Ciao a tutti,
conosco questo forum da due giorni, ci sono capitata per caso cercando informazioni riguardo i bambini amplificati. È da ieri che leggo i vostri post facendomi quindi un'idea del filo conduttore che c'è dietro il vostro punto di vista sulle dinamiche familiari. È bellissimo ciò che ho letto, quindi ho pensato di scrivere un po' la mia storia anche per chiedere consiglio.
Ho un figlio di due anni e mezzo, bellissimo, vivace, intelligente, tenace, allegro, impegnativo. Ieri cercando su Google "mio figlio prima di addormentarsi fa il pazzo" sono giunta alla definizione di bambino amplificato e ho rivisto D in tante caratteristiche, per diverse altre invece la definizione gli si addice molto meno. Mi spiego meglio, D è un bambino sempre in movimento, si percepisce chiaramente il suo bisogno di tirare fuori questa dirompente energia che ha dentro, D non cammina, corre! È perseverante, non accetta i no, non ascolta se gli dici di fare qualcosa, se ha un obiettivo è determinato a fare come dice lui. È un bambino che ha sempre mostrato un profondo bisogno di autonomia, a 10 mesi ha iniziato a camminare da solo, ad un anno mangiava da solo, non sopporta l'imposizione, deve fare quello che dice lui, andare dove dice lui, toccare ciò che vuole, non da la mano quando siamo a spasso e scappa via per i suoi lidi, fare una passeggiata è impossibile perché mal sopporta il passeggino e appunto non da la mano o segue l'adulto. È curioso ed esploratore quindi quando siamo da qualche parte gli prende la frenesia di toccare tutto, infilarsi dappertutto. Ha un talento naturale nel rintracciare le situazioni pericolose, se si possono fare 10 cose di cui una sola pericolosa lui vorrà fare quella. Ha tante altre caratteristiche, ma diciamo che quelle che vi ho descritto sono quelle che ci hanno spesso messo in crisi, specialmente da un annetto a questa parte. Io e suo papà (un papà molto presente e molto dedito al nostro bambino) abbiamo due caratteri molto diversi e metterci a confronto sull'educazione di D ci ha portato a molti momenti di conflitto. Io più morbida e permissiva, ho sempre pensato che D dovesse essere lasciato più libero di esplorare, toccare, salire sui mobili, giocare con le pentole ecc, lui più ansioso, convive e lotta contro le sue paure che D si faccia male, che si strozzi mangiando, che cada rovinosamente, è più severo, una delle sue frasi più usate era "questo non è un giocattolo". Lui accusava me di essere una mamma lassista, io accusavo lui di essere un padre soffocante. Col passare del tempo abbiamo imparato a venirci incontro e condividere il più possibile delle strategie educative. Il problema principale è che queste strategie educative ancora non abbiamo capito quali sono. A volte ci sentiamo barchette in mezzo al mare senza remi, stiamo sempre lì a confrontarci su cosa dovremmo fare e passiamo da periodi "dobbiamo essere dolci, dialogare con lui, cercare di fargli capire che..." a periodi "basta questo bambino non può fare come vuole, il ramo si addrizza quando è verde". Passiamo da periodi "non ha senso usare le mani perché poi lui impara che va bene farlo" a periodi "ogni volta che scappi via ti diamo una pacca sul sedere". Negli ultimi mesi è successa una cosa, parlando con la maestra del nido lei ci ha consigliato di affrontare D più che con le parole con le azioni, perché noi abbiamo sempre parlato tanto con lui e questo va benissimo, ma secondo lei D ha bisogno di azioni. Credo che abbiamo in parte travisato questo consiglio e piano piano queste azioni sono diventate sempre più aggressive, siamo passati dal prenderlo di peso quando non voleva farsi cambiare alle manate quando disubbidiva. Una sera è stato il culmine, per metterlo nel seggiolino dell'auto lo abbiamo bloccato in due in modo troppo aggressivo per poterlo accettare. Siamo stati male, ci siamo vergognati e ci siamo detti che se le maestre quando D non vuole fare una cosa si comportassero così noi le avremmo già denunciate e allora perché se non lo accettiamo dagli altri dovremmo accettarlo da noi che siamo la sua mamma e il suo papà? Abbiamo bisogno di capire qual'è il modo giusto di rapportarsi ad un bambino come D che spesso ci mette in crisi, che spesso ci causa frustrazione, che ci prosciuga le energie mentali e fisiche, abbiamo bisogno di sapere come calmarlo quando gli partono le crisi isteriche perché una cosa non si può fare, come convincerlo a fare le cose necessarie ( tipo cambiare il pannolino di pupu) quando non vuole farle. Come fargli capire che deve assolutamente dare la mano e non scappare via sempre e in ogni situazione, che se una cosa è pericolosa non si può fare. Come facciamo?
Grazie e scusatemi per la lunghezza, non sono una brava a stringere.
S