da Helianthus » venerdì 15 gennaio 2016, 14:26
Vorrei parlare di due aspetti: la simbiosi fra voi e l’eventualità di trovare un nuovo compagno. Poiché mi sono ritrovata anch’io ad affrontare delle decisioni e dei risvolti legati proprio a questi due aspetti.
La tua bimba è ancora piccolina e anche nelle famiglie di tipo “tradizionale” a quell’età i piccoli sono un tutt’uno con la mamma. Il problema semmai è l’opposto, sentirci noi un tutt’uno con loro. Arriva un momento in cui i figli cercano di affermare la loro identità, rivendicano dei piccoli spazi, dei momenti solo per loro. E per quanto si pensa di essere preparati a questo, è comunque spiazzante. Anche il mio bimbo è piccolo, ma ha un’età per cui può esprimere bene le sue opinioni ed i suoi pensieri. E le prime volte in cui mi ha chiaramente chiesto di essere lasciato a fare qualcosa senza di me, mi sono sentita morire. Eh già. Loro crescono e noi con loro. In questo senso comprendo e concordo con Emme. Penso che una relazione sana sia l’incontro e lo scambio fra due individui unici e distinti. In una relazione simbiotica mancano i confini interpersonali, gli spazi individuali si annullano e uno dei due rinuncia inconsciamente al proprio Essere. I bimbi, finché son piccoli, stanno bene nel rapporto simbiotico con la mamma, ma ne pagano un prezzo troppo alto da adulti. Spetta ai grandi aiutarli a conquistare l’autonomia in modo armonico. Io sono stata aiutata da persone competenti a individuare i confini, non è facile quando si è genitori single osservare se stessi, manca il confronto, un contrappeso. Io ho notato che mio figlio ha cercato spontaneamente altre figure di riferimento. Prima che arrivasse il mio compagno, la sua figura maschile di riferimento era (e lo è ancora) il nonno. Ho colto l’occasione per iniziare a guardarmi intorno, a ricostruire una rete di amicizie, a cercarne di nuove, a dedicarmi a qualcosa di interessante per me, che non fossero le varie Peppe Pig o i salti sui gonfiabili (che adoro, ma che non vorrei come unico svago per me adulta, eh). Sensi di colpa? Dubbi? All’inizio tanti. Temevo di sottrarre tempo prezioso a mio figlio. Ma lui era tranquillo. Stava bene col nonno. Questo mi ha permesso un po’ di respiro e di godere ancora di più del nostro tempo insieme. Ero pronta a crescerlo da sola. Non ho mai appositamente cercato un compagno che facesse il sostituto padre. E’ capitato. Oltretutto, essendo mamma, ero molto sul chi va là, diffidente e vigile. Attenta ad ogni segnale negativo. Non avrei mai potuto buttarmi con la leggerezza di qualche anno prima in qualche storia sbagliata. Ne avrebbe fatto le spese, più o meno direttamente, anche il piccolo. Io e il mio compagno ci siamo frequentati a lungo in territorio neutro, senza mio figlio. Quando mi sono sentita “a casa” e certa dei sentimenti ho iniziato ogni tanto ad uscire con lui e mio figlio. Ho osservato a lungo il piccolo. Avevo delle sensazioni positive. Stavano bene insieme. Se il mio compagno sceglieva me, era necessario che scegliesse anche mio figlio, senza se e senza ma. E ho iniziato ad invitarlo a casa saltuariamente. Ora conviviamo. Un giorno, correndo in piazza, mio figlio ha incrociato un altro bambino: “ehiiii, ciaooo bambino! Io sono (suo nome), quella è la mia mamma e quello è il mio (nome del mio compagno)! Quella è la mia famiglia, lo sai? Ti piace?” ^_^. Sulla questione educativa siamo abbastanza in sintonia. Per me è fondamentale che condivida quello che per me è importante, l’ascolto, la nanna, l’allattamento, il contatto. Ovviamente lui non è me e devo accettare certe sfumature diverse nell’approcciarsi al piccolo, ma sono appunto sfumature, dove non si concorda (di rado e comunque dopo attente valutazioni) spetta a me la decisione ultima perché sono io la sua “genitrice”. Se non fossimo andati d’accordo sulle modalità educative e non avesse avuto rispetto del rapporto consolidato fra me e mio figlio, probabilmente la storia sarebbe durata poco. Inoltre, fin dall’inizio della relazione, gli ho chiesto di farci seguire da uno psicologo familiare e da un avvocato (sto parlando di qualche incontro informativo, perché anch’io non ho molte disponibilità finanziarie) proprio per definire e impostare i vari ruoli rispetto al bambino. Nel mio caso, c’è il vero padre, che lo ha riconosciuto e legalmente può agire nei confronti di suo figlio. Era necessario impostare dei confini chiari. Io sono comunque vincolata all’altro cogenitore. Per ogni cosa ho bisogno del suo consenso (dalle visite mediche, alle gite oltre confine, alle scelte scolastiche ed extrascolastiche. Lui non c’è, non partecipa mai, ma ha diritto per legge di decidere.) Nel tuo caso, se non sbaglio, il tuo eventuale compagno avrebbe la possibilità di adottare tua figlia (previo tuo consenso, ovviamente) e diventare un padre adottivo a tutti gli effetti, quindi con i diritti e doveri che ne conseguono. Il mio compagno è invece quello che, dalle nostre parti, si chiama “padre d’anima”, legato solo per affetto sincero, nessuna carta ufficiale li unirà mai. Detto questo, mi sentirei di consigliarti ciò che è stato consigliato a me. Non escludere dalla vita di tua figlia, suo padre. Anche se non lo conoscerà mai, anche se sarà solo un’entità astratta. Per sentirsi completa ha bisogno di sapere chi è lei, da dove proviene, quali sono le sue origini. Ha il diritto di avere una storia e delle radici e negarne una parte è come negare l’esistenza di una parte di lei. Anche se un domani avrà un padre non biologico, arriverà l’età delle domande scomode. Potrai avere un oggetto che è appartenuto a “lui”, una foto o anche solo degli aneddoti da lasciarle. Una storia da raccontare senza giudizio morale che la aiuterà a collocare i tasselli, a costruire la sua identità. Dovrà affrontare rabbia, risentimento, dolore? E’ probabile. Ma nella stessa misura in cui tutti noi lo abbiamo fatto crescendo. Avrà sempre una madre amorevole al suo fianco, e la possibilità di amare anche altre persone. Credo che per i nostri figli, questa sia una ricchezza.
(Effi, ti ringrazio tanto per le belle parole. Sei sempre molto gentile. Il cantiere delle emozioni e della vita è ancora aperto, per fortuna. Tutt’ora ci sono dubbi e momenti bui ma con lui al mio fianco sono serena. Mi sento accolta e sostenuta. E gli sono grata ogni giorno per averci scelto.)