Salve,
ho una situazione che mi genera molta ansia.
Ho un figlio di tre anni e mezzo a da più di due anni ormai, non frequentiamo più, in accordo con il padre, la famiglia paterna.
Questo perchè dopo un anno e mezzo di tentativi (miei), non è stato possibile tollerare una serie di comportamenti, quali: invadenza, aggressioni verbali (davanti al bambino, dirette a noi genitori), scenate, insulti, cattiverie dette alle spalle, scorrettezze di ogni genere, ma soprattutto tutto fatto nel nome di "siamo i nonni e abbiamo il diritto di fare ciò che vogliamo".
Attualmente però, la nonna paterna viene davanti a scuola a sorpresa, facendo delle scene (davanti al bimbo), dicendo che gli ho tolto il nipote e che chiamerà un avvocato.
Sono molto preoccupata per cosa potrebbe fare questa donna (chaiaremente disturbata psicologicamente) nei prossimi anni, sono preoccupata del fatto che potrebbe parlare a mio figlio dicendogli la sua versione dei fatti, le sue bugie, sono sncor più preoccupata che possa davvero ricorrere ad un avvocato.
Detto questo, sono molto convinta che la qualità della nostra vita familiare sia decisamente migliorata da quando abbiamo rotto i ponti con questi nonni, perchè prima era un continuo scenate, telefonate minatorie, obblighi di incontri molto pesanti psicologicamente per noi (per me soprattutto). Penso che per i bambini non sia sano protrarre delle situaizoni familiari simili. E lo è anche per me, perchè per i miei suoceri è dovuto che la nuora debba sottostare ad ogni genere di violenze verbali e psicologiche in nome della "famiglia".
Eppure, i miei suoceri danno la colpa a me, perchè sono stata l'unica in grado di prendere una decisione in merito (non frequentarli), in quanto il figlio ha con loro un atteggiamento evitante (spesso dice loro "si si, verrò a trovarvi, ma poi non si presenta). Insomma, la colpa, secondo i suoceri, è tutta mia.
E sono preoccupata di che cosa potrebbe succedere nei prossimi anni e soprattutto di come gestire la cosa con il bambino.