Io penso che i compiti non siano utili, anzi. Almeno per come ho visto quelli che danno ai miei figli. Noi abbiamo la fortuna di non averne ancora (finita la quarta elementare) giorno per giorno. Ne assegnano da una settimana all'altra (dalla terza, prima direttamente il venerdì) e con un po' di buona volontà ce la si può sbrigare nel fine settimana. Ne danno per le vacanze. Noi facciamo quelli durante l'anno perché Carlo ci tiene a farli, per paura delle rimostranze di maestri però. Quelli per le vacanze io dalla prima ho avvisato il maestro di italiano che non li avremmo fatti, che avremmo fatto altro, avremmo letto, giocato al negozio per fare i conti, fatto cose in famiglia insieme, ci saremmo riposati. Dalla seconda, maestra nuova di matematica che li vuole proprio e allora, solita ragione di quelli durante l'anno, Carlo li vuole fare anche se io soprassederei.
Pietro quest'anno ha fatto la prima e si è mostrato molto autonomo e diligente. A lui non spiace colorare e per lo più fa da solo. A Carlo ho colorato di tutto e poi il maestro mi faceva i complimenti perché lui candidamente gli diceva che aveva colorato la mamma
La scuola l'ho scelta io, Carlo sarebbe proprio stato un bimbo da homeschooling. Quindi lo aiuto stando con lui quando li deve fare. Ci mettiamo più tempo a deciderci che li dobbiamo fare - ore!
- che a farli davvero. Quando ingrana e lascia andare la controvolontà ecco che fa anche più del necessario. Ma passiamo a volte fine settimana durissimi. Passerà. Non so che sarà alle medie, lo vedremo alle medie.
E' difficile mamazaba. Me lo immagino che hai poca manovra con delle maestre che procedono senza scrupoli alla stigmatizzazione pubblica di un bambino
Io farei un po' come te, con il discrimine che ti suggerisce Emy: se mi pare che l'esercizio è utile alla comprensione e all'apprendimento, lo propongo spiegando a che giova. Io spesso faccio le operazioni che deve fare Carlo insieme a lui. Lui le fa per conto suo e non si sente solo a fare qualcosa che si sente costretto a fare (c'è da dire che a me fare le operazioni piace
). Se abbiamo da studiare qualcosa, non ci accontentiamo del libro, approfondiamo, prendiamo lo studio come occasione per cercare altre informazioni. Allora io faccio schemi, disegni, se lui ha voglia di fare suoi schemi e disegni li fa. Ma intanto comunque guarda me e io sono convinta che a guardare un altro che fa si impara sempre qualcosa. Insomma cerco di trasformare i compiti nell'occasione per fare qualcosa insieme. Durante la settimana si sta comunque poco insieme, non l'ho detto, ma abbiamo il tempo lungo.
Io mi ricordo che facevo i compiti da sola, che dovevo studiare da sola. Ho smesso di studiare in terza elementare in questo modo, circa una settimana dopo che avevo cominciato. E le cose che mi son piaciute di più sono state quelle che facevo con mia mamma, tipo quando le leggevo i Promessi sposi o le raccontavo qualcosa che aveva entusiasmato. Con me l'autonomia funzionava perché stavo attentissima in classe. Con Carlo che è nel suo mondo tanta parte del tempo non so come andrebbe
Quello che ho capito nel tempo è che un po' di complicità non guasta e che aiuta a divertirsi. Il che con le cose che scocciano non guasta.
Più di tutto mi dispiace per le maestre che avete