Mi presento finalmente qui, dopo aver già chiesto un aiutino nel forum.
Cercherò di essere essenziale. Ho avuto un travaglio lunghissimo che mi ha portato ad andare all'ospedale e a tornare a casa in piena notte. Sentivo le contrazioni davvero forti e sapevo che, nonostante i dubbi dell'ostetrica (primo figlio...), mancava poco. Avevo deciso io di tornare a casa perché mi avevano detto che poteva volerci ancora una settimana.. Ed io di stare una settimana in ospedale prima di partorire non ci pensavo proprio..
Insomma era notte, mio marito dormiva un po' perché è uno che combatte lo stress dormendo un po' perché così l'indomani (giorno lavorativo) sarebbe stato in grado almeno lui di connettere.. ed io ero sola con i dolori fortissimi e mi appoggiava al muro cercando di respirare in malo modo... a un certo punto complice la stanchezza (stavo così dalla mattina precedente alle 4) e il dolore mi stava per prendere lo sconforto.. e lì (mi sto commuovendo a ricordarlo e a scriverlo) o sentito che non ero sola, c'era il mio bambino che stava attraversando quel momento così difficile prima che ci potessimo finalmente abbracciare, dovevo tranquillizzarlo e subito ho pensato "Insieme ce la faremo" e tutto è completamente cambiato. Credo che la mia vera connessione con lui sia cominciata in quel preciso momento. Certo, l'ho amato da quando ho saputo di essere in attesa, ma più come si ama un'"idea", in quell'istante l'ho invece sentito davvero, ho sentito scorrere l'amore tra di noi come individui..io c'ero per lui e lui c'era per me.
Ho partorito l'indomani dopo pranzo, dopo mezz'ora che ero arrivata all'ospedale già completamente dilatata...Insomma ancora un po' di fila e partorivo sull'uscio!
Eravamo stanchi (io e M) ma quando l'ho incontrato, prima con la voce, il suo pianto da gattino, poi il suo visetto un po' gonfio, già curioso, è tutto sparito.
Ha pianto mio figlio, poi ha pianto mio marito cantando una ninnananna che M già ascoltava dentro il pancione(momento storico non è il tipo da cose sdolcinate, ha pure un po' sbagliato le parole, lui che è un perfezionista).. In ospedale la prima notte me lo hanno tolto, io sono rimasta insonne ed il secondo giorno ho potuto tenerlo con me, il terzo giorno me ne sono andata appena scadute le 48 ore. Era andato tutto bene e non vedevo l'ora di portarlo a casa, casa nostra, com'era giusto che fosse.
Ecco più o meno questo il nostro inizio.
Vi leggo da parecchio, ho avuto un'infanzia difficile e in proposito ho una memoria ferrea. Forse perché ogni volta che mi succedeva qualcosa, mi ricordo che pensavo proprio "mi devo ricordare come ci si sente perché non voglio che i miei figli si sentano così", forse perché sono troppo sensibile. Ho sempre pensato che questa memoria potesse aiutare me e gli altri. In realtà come sapete bene essere stati oggetto di PN rende complicato spogliarsi di certi sentimenti che magari rispuntano proprio quando non vorremmo. Ed è anche vero che poi non ne ho parlato con (quasi) nessuno perché in fondo me ne vergogno. Mi capita di pensare che quello che mi ha tanto mortificato in realtà siano cose che gli altri vivono e superano serenamente, che c'è gente che ha vissuto drammi molto più grandi ed è più forte e pur leggendovi da tempo solo ora ho trovato il coraggio di scrivere e spero anche una volta o l'altra di poter essere d'aiuto a qualcuno...
Ecco, insomma, questa la mia presentazione...