Oh, Emy, mi hai commossa! E ringrazio esmeralda di questo topic in cui tante di voi hanno sentito l'impulso a raccontare di sé.
Non credo che si possa porre la questione nei termini di un meglio assoluto che va dimostrato a chi non lo condivide. Ci sono degli aspetti che riguardano la fisiologia e in buona misura le donne non ne sono al corrente. Secondo me è doveroso contribuire come si può a una buona informazione. Ci sono degli aspetti che si possono valutare alla luce di tanta recente letteratura scientifica e anche questo dovrebbe fare parte dell'informazione che si mette a disposizione di una donna. Magari anche molto prima della sua gravidanza, ché in gravidanza sarebbe pure bello poter pensare solo a sé e al proprio bambino. Ci sono aspetti psicologici che intridono ogni centimetro di corpo coinvolto. Stiamo parlando di una delle esperienze più decisive della vita di un essere umano: diventare madri è un cambiamento di stato che poi dura per tutta la vita. Si sarà madri di quel bambino per sempre, che le cose vadano bene o male, sempre. Non si sarà mai più quelle di prima e non solo nel corpo.
E certo nel corpo i segni restano, i tessuti della vagina si modificano. Sono molto elastici e c'è sempre un recupero, anche ottimo o che si può aiutare appunto con degli esercizi appositi (provvidenziali anche per prendere maggiore coscienza del nostro corpo). Ma un parto vaginale, per dirne una, incide sulla misura della coppetta mestruale, se decidi di comprartela e usarla. Il che non significa che devasti la vita sessuale dopo. Mi hai fatto un po' ridere, esmeralda, perché mi è tornata in mente la scena finale di un telefilm inglese davvero divertente che si chiama "Coupling". Il protagonista accoglie la richiesta di autorizzazione per il cesareo col sollievo dell'uomo cui sarà garantita l'integrità degli organi genitali della sua femmina. Ma fa ridere, o dovrebbe, proprio perché si tratta in buona misura di un pregiudizio. Del resto è fisiologico anche che il sesso sia messo in secondo piano proprio perché è l'attaccamento mamma-bambino che la natura vuole sia privilegiato. E in questo gli usi culturali hanno trovato il modo di assecondarla con l'istituzione della quarantena. Ora, noi siamo sempre meno "naturali", lo sappiamo. E io di certo NON sono una che rimpiange lo stato di natura. Solo mi piace avere consapevolezza anche del mio aspetto animale e dei bisogni del mio corpo quando devo affrontare qualcosa che è essenzialmente animalesco e per niente culturale (e difatti durante il parto, trovo che sia sempre interessante ricordarlo, si attiva il nostro cervello più antico). Pensare che la vita sessuale debba riprendere immutata a pochi giorni dal parto è un po' raccontarsi delle storie così come pensare che la famiglia sarà quella di prima quando si era in due. Che poi questo mica significa che non si possa continuare a fare molte cose che si facevano prima (dipende da tante cose in primo luogo i bambini che ci nascono) compreso il sesso anche molto precocemente.
Se ti racconti che con un cesareo tornerai prima a essere l'amante del tuo uomo, secondo me ti racconti una storia. Un cesareo è ben altrimenti penalizzante di un parto vaginale. Non fai praticamente niente senza dolore e impedimento, altro che fare l'amore! Ma non voglio dirlo per sminuire le tue sensazioni e le tue paure, esmeralda. Solo mi sembra che manchi nel tuo ragionamento un elemento di realtà. Che poi ci siano donne, provo a immaginarlo perché non mi è successo di incontrarle, che sostengono che per loro sia stato a tutto vantaggio della loro vita sessuale un taglio cesareo, per me non cambia i dati di fatto. Forse mettere in cantiere un po' di tempo per il ritorno alla normalità è semplicemente la cosa più semplice da fare e in fondo l'avere dei figli ne vale proprio la pena
Detto questo, ho cercato di mettermi in ascolto meglio che potevo di tutto quanto hai scritto, esmeralda. Ho sentito risuonare alcuni aspetti che spesso tornano di te nelle nostre discussioni, o così mi è parso. Il riconoscimento dell'ospedale e dei suoi operatori come di un'autorità competente cui affidarsi ad esempio che risponde a un bisogno di sicurezza e accudimento. Tante volte nei tuoi discorsi emerge questo: la paura o semplicemente il fastidio per un atteggiamento che sembra lasciare al caso decisioni e scelte per le quali sentiresti il bisogno di qualcuno che se ne prendesse la responsabilità. Dimmi tu se straparlo. Ordine, prevedibilità, sicurezza, ricerca di competenza e professionalità. Questo lo capisco molto bene. E trovo giusto che si assecondino questi bisogni. Se sono in cima alla lista e li si trascura si può mettere a repentaglio il buon esito di una nascita. Ciascuna di noi sente che cosa deve seguire e tende a quello. Anche inconsapevolmente. Solo una pericolosa confusione emotiva e mentale, la paura, la solitudine possono distoglierci del tutto da questo istinto. Un po' questo riecheggia molto bene anche nel racconto di Ella che mi ha toccato profondamente: quel suo sentire i blocchi che il suo corpo porta, la precauzione presa per proteggere il suo bambino! Cara Ella!
Anche io posso dire di aver inconsapevolmente fatto le mie scelte per garantire ai miei bambini il meglio che potevo offrire loro. Quello che mi portavo dentro era il dolore per troppa violenza subita, botte prese da neonata e per tutta l'infanzia. Quella violenza io ce l'avevo (ancora da qualche parte ce l'ho) fissa nel corpo, pronta a muoversi con le mie mani, nel mio sguardo, nel tono della mia voce... E sono certa che un parto naturale, la vicinanza costante, un attaccamento indisturbato dal primo istante ci hanno tutti salvati dalla mia triste eredità. Non del tutto, lo so, ma poteva andare davvero molto peggio.
Per questo sostengo il diritto di ogni donna di poter scegliere. Ma scegliere non è quello che possono fare le donne attualmente. Dobbiamo esserne tutti consapevoli al di là delle nostre esperienze particolari. E dobbiamo ritrovarci unite in questo. Non c'è la testimonianza di una a paragone con quella dell'altra per decidere chi ha partorito con più competenza o con più felice esito o il contrario. Ci siamo tutte noi unite nell'aver messo al mondo i nostri bambini. Credo che, se ci ascoltiamo a vicenda, il dolore o la frustrazione di una diventano sul serio quelli di tutte. Qualcuna di noi non prova rammarico perché un'altra non ha avuto il parto che desiderava? o peggio perché il suo parto è andato proprio come meno desiderava? Io non lo credo.
Forse esmeralda ha sentito il bisogno di rivendicare che i suoi parti, così diversi in fondo da quelli che qui auspichiamo, erano stati dei buoni parti. Perché non dovrebbe essere così? Ci sono così tante emozioni che ci possono investire quando arriviamo in quel punto. La stessa dipendenza di un bambino da noi è una faccenda che non ci lascia scampo. Un neonato ha bisogno della sua mamma per sopravvivere, è totalmente dipendente. Non è detto che sia spontaneo accettarlo. E' tremendo a pensarci: "se con ci sono io... muore!". E allora una struttura che accudisce il tuo neonato, che ti permette di ritrovare te stessa, il tuo corpo, i tuoi pensieri e ti mostra che no, non muore, anzi sopravvive, ecco che può essere preziosa. Perché il benessere di quel neonato passa innanzitutto attraverso il benessere di quella mamma. Ho imparato nel tempo che questo benessere è più spesso garantito se si rispetta la fisiologia della nascita. Per questo insisto tanto. Ho studiato e capito grazie a quel che ho vissuto quali sono i bisogni primari di un bambino (una nascita rispettata, la vicinanza alla mamma, la non separazione...) e tra tutti credo che la sua mamma al meglio delle sue possibilità resti il più importante. E allora il nido potrà pure non rispettare il bisogno di un neonato di contatto e rassicurazione, ma, se adempie a un bisogno della sua mamma e le permette di offrire poi meglio contatto e rassicurazione, in quest'ottica a me il nido sta bene. Certo che, se una mamma non lo vuole, pretenderei che venisse ascoltata. Se una mamma non è informata, vorrei che lo fosse.
Comunque sia, è vero che, anche con tutte le migliori premesse, non è detto che gli esiti siano sempre pienamente felici e prevedibili. Lo testimoniano i casi di parti programmati in casa, iniziati in casa e conclusi con un cesareo. Casi in cui la perizia e l'esperienza dell'ostetrica hanno descritto a casa quello che poi l'ecografia avrebbe certificato in ospedale: una testa incanalata male. Per questo è importante essere informate, scegliere persone competenti che rispettino protocolli precisi (ad esempio la distanza da casa all'ospedale). Ma dire che allora tanto vale è fare disinformazione demagogica, non cadiamo in questo tranello. Certe informazioni valgono tanto di per sé. Io sogno un mondo in cui ogni donna può scegliere quello che meglio le si addice in piena coscienza e questo è molto lontano dal nostro stato presente.
Un ultimo pensiero per Luggen. Io penso che ci sia molto che tu potresti dire sui tuoi parti, cara. Forse non è proprio quello che ci si aspetta di solito quando si pensa a un racconto di nascita, ma è sicuramente importante. Ti mando un abbraccio forte.
Per tutti: il libro di Ivana Arena è piaciuto anche a me, lei l'ho trovata una donna magnifica.