Cari tutti/e
Vi scrivo dopo molto tempo, anche se non ho mai smesso di leggervi, ma questa volta avrei bisogno di un vostro consiglio.
Il problema riguarda la gestione dei fallimenti da parte del mio grande, 6 anni.
J. frequenta la prima elementare, dopo 3 anni di scuola materna.
Già durante l’ultimo anno le maestre si complimentavano con noi per quanto il bambino fosse diligente e si comportasse bene e anche ora a scuola non ci sono problemi, riesce bene in tutto, così anche come è molto capace nello sport che ha scelto di praticare (karate), che gli piace molto.
Naturalmente a casa non è così tranquillo, sfoga tutta la tensione che secondo me accumula durante la giornata e la fatica, soprattutto nel rapporto con il fratellino, di certo non manca.
In tutto questo i problemi nascono nella sua difficoltà nell’accettare il fallimento, l’errore, l’essere rimproverato e (purtroppo) il solito ricorso alla punizione che ormai dilaga ovunque.
A casa sono tragedie se perde o se non riesce a fare qualcosa.
A scuola non accetta di sbagliare, quando è capitato di aver preso una nota perché, da quel che ho capito, rideva mentre la maestra rimproverava qualcun altro, l’ha presa malissimo, non voleva che ne parlassi a nessuno, neanche al papà, è sempre estremamente preoccupato di aver fatto le cose bene nei compiti (pensate che era dispiaciuto perché nella prima pagellina non aveva tutti dieci ). Insomma mi sembra voglia sempre riuscire “vincente”.
Ieri a karate mi ha detto che si stava annoiando, a fine lezione il maestro (che nel complesso è molto bravo e paziente) fa fare a tre di loro un giro di saltelli extra, dice che è una punizione perché facevano troppa confusione……pianti, tragedia infinita, dice che non andrà più a lezione!
Vorrei anche spiegare che la scuola che frequenta non è male, le maestre mi sembrano capaci e attente anche se purtroppo c’è l’uso dei castighi o delle note.
Noi già dalla scuola materna gli spieghiamo che purtroppo nei contesti scolastici si usano questi metodi, che noi non li condividiamo e che soprattutto non è così grave se succede che venga punito o che prenda un brutto voto. Cerco sempre di fargli capire come funziona la nostra società, che è giusto comportarsi bene per il rispetto degli altri, compagni e maestre. Che può capitare a tutti di non fare le cose bene, etc….
Però lui fatica molto e reagisce male. Sembra non sopporti di fallire e siccome è estremamente sensibile questo lo fa soffrire. Capita anche nel rapporto con gli amichetti.
Io adesso inizio a chiedermi se ho sbagliato in qualcosa (anche se mai credo di averlo incitato ad essere il più bravo o cose del genere) e soprattutto vorrei capire come posso aiutarlo.
Forse esistono letture che posso fare con lui?
Grazie per l’ascolto e scusate se non risponderò subito.