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Autore: | emme [ giovedì 22 marzo 2018, 11:10 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Non so se la domanda era rivolta anche a me, ma personalmente io ho sentito di poter essere o essere stata quel genitore da cui la nostra amica fugge, considerandolo una frequentazione non piacevole. Sono sicura che a prima vista, magari dopo una giornata pesante o continue liti tra i miei bambini, posso aver detto o fatto qualcosa che a qualcuno che mi vedeva dall'esterno senza conoscermi, possa aver dato la stessa impressione. Ne sono certa perché sbaglio e lo so, perché ci sto male e non riesco a correggermi, o almeno non abbastanza. E oltre al peso del mio giudizio, soffrirei a sapere che si aggiunge anche quello di qualcun altro. Poi siccome qui si parlava di feste di compleanno, io personalmente penso che potesse fare uno sforzo, perché ora la bimba è piccola ma prima o poi vorrà lei stessa andarci, forse, e cercare di vedere i lati positivi. Non si tratta di convivenza, di una vacanza, ecc, ma solo di feste di compleanno che dopo un pomeriggio sono finite. E io grazie a quelle feste di compleanno ho fatto tante conoscenze e trovato un'amicizia speciale, questo volevo dire a Crystal, può succedere anche a lei, inaspettatamente |
Autore: | Effi B. [ giovedì 22 marzo 2018, 18:32 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Quindi emme ti sei sentita messa in discussione, Crystal è diventata un occhio esterno che ti pesava addosso con un giudizio che temi. E' così? Cara qui sbagliamo tutti e cerchiamo tutti di avere la forza di ammetterlo e ripartire per far meglio. Sai che sono sicura che non metteresti a disagio Crystal? Anche solo per il fatto che tra voi scorrerebbero sguardi di simpatia no? Il problema con certi genitori che difendono e anzi proclamano uno stile educativo rigido e punitivo è che spesso temono il confronto con le alternative e si irrigidiscono molto. Poi succede anche a chi la pensa diversamente. Anche quello di Crystal è un irrigidimento per autodifesa. Forse possiamo aiutarla a rilassarsi un po' e a sentire dentro di sé le belle risorse che ha (perché io le leggo da tempo che la sostengono nelle sue fatiche di mamma di bimba tosta e determinata). A quel punto anche lei sentendosi messa meno in discussione può vedere di più che certi genitori sono semplicemente genitori che come lei fanno il meglio che riescono e qualcuno in più può destarle interesse, altri non le piaceranno comunque. Ma mica ci si deve piacere tutti. Mi piacerebbe anche discutere con voi di come, nel nostro piccolo, la nostra testimonianza di un'educazione che cerca di essere rispettosa e non punitiva può essere alla lunga utile al confronto e magari a una dialettica positiva tra posizioni diverse. Gli spunti che questa discussione apre sono numerosi secondo me (ad esempio il tuo, emme, della scoperta felice di un'amica tra genitori sconosciuti). |
Autore: | Lorelay [ venerdì 23 marzo 2018, 10:00 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Autore: | Effi B. [ venerdì 23 marzo 2018, 10:22 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Autore: | esmeralda [ venerdì 23 marzo 2018, 12:00 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Anche io sono tra le non empatizzanti... non so... è una situazione che mi sembra un pò "costruita" su presupposti più immaginari che reali. Ho avuto la sensazione che sia una costruzione autonoma, un po' un pretesto per auto-assolversi dal fatto che non le vada di andare alle feste. Io trovo che dire "non mi va di andare alle feste di bambini" ci sta, ....tutto il resto... un po' meno. Per motivi talmente logici che vanno al di la' della mia possibilità di empatizzare. Chiunque io veda per un paio di ore ad una festa/incontri per strada/ veda davanti a scuola/al corso preparto NON posso sapere che tipo di genitore sia realmente. Non posso sapere se fa di suo figlio una persona felice o gli rovina la vita in vario modo. E questo QUALUNQUE cosa faccia. Se non eccede veramente limiti oggettivi di ferocia. Se una mamma, come dice Crystal, arriva con il cartello "non sgrido e allatto 3 anni" il mio pensiero è "e quindi?", tale e quale ad una che sproloquiasse di "quando ci vuole ci vuole". Le famiglie vanno vissute dal di dentro. E per giungere alla banalità totale: le parole ed i fatti son cosi diversi. LE parole dette in pubblico poi... uhhhh..... PERTANTO trovo proprio difficile empatizzare con un malessere che si basa su presupposti così labili. Io potrei, se fossi più sensibile, non voler vedere un paio di mie amiche intime che secondo me stanno danneggiando i figli con atteggiamenti discutibili...perchè effettivamente quello che vedo (non quello che raccontano!) è miserevole... ma una persona vista così... una frase buttata la'... non so ... forse l'unica è tenere il proprio dolore per miglior causa... ecco. Non è che tutti i malesseri del mondo possano essere accolti solo per il fatto di essere malesseri, ... direi che un margine catalogabile come "fuffa" ce lo possiamo anche lasciare. E questo vale anche per me stessa in prima persona, ci mancherebbe. Poi, come a tutti mi sono capitate situazioni in cui ho sentito persone fare ragionamenti abbietti (in verità mai verso i bambini e spesso verso gli anziani) e mi si è stretto davvero il cuore, però il cuore che si stringe per "se non la smetti, ti porto via" buttato là ad un gonfiabile... no... non ce la faccio... |
Autore: | Effi B. [ venerdì 23 marzo 2018, 18:37 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Autore: | emme [ lunedì 26 marzo 2018, 8:43 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Autore: | Crystal [ lunedì 26 marzo 2018, 13:10 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Autore: | romipor [ lunedì 26 marzo 2018, 17:03 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Mi intrometto anche io in questa discussione.. Crystal ti avevo letto ma poi quando sarei riuscita a intervenire tu avevi deciso di "ritirarti" e mi era sembrato brutto continuare la discussione che tu mi sembrava volessi chiudere. Io credo di capire bene quello che dici. Anche io non mi sento sempre a mio agio in queste situazioni. Forse alcune cose che hai detto per esigenze di sintesi si prestavano a più interpretazioni. Provo a dirti la mia. Premesso che secondo me bisogna distinguere (per semplificare) tra: genitori con cui si parla di altro e che si frequentano senza figli genitori con cui si parla di educazione genitori con cui non si parla di educazione ma che stante la presenza dei figli qualcosa (che poi non è detto che sia universalmente indicativa di tutto lo stile genitoriale, ok) si palesa Ora ok, nel primo caso (che appunto non è la festa) credo che riusciamo a vivercela serenamente tutti. nel secondo caso (che potrebbe essere la festa) per me personalmente dipende molto dall'atteggiamento del mio interlocutore: se pensa di trovare sponda in me in metodi che non condivido, mi sento a disagio. ora pensando a perché mi sento a disagio credo che sia perché lo devo deludere, dicendo che no, non condivido affatto. Ora che io possa star male a deludere l'interlocutore è qualcosa che io, nel mio caso, riconduco a una sorta di esigenza di accettazione o comunque di mia missione (sbagliata eh!) di andare incontro ai "bisogni" (ma il termine è sbagliato) degli altri per preservare la "pace" (cioè senza scontri), ci lavoro ma il lavoro non è finito evidentemente ; se l'interlocutore è aperto nonostante mi racconti cose che non condivido, cerco di buttare un'altra prospettiva (tipo eh sì ma pure loro ci vedono sempre stanchi, nervosi oppure anche io vorrei rimanere a una festa se mi stessi divertendo così tanto, oppure però io capisco anche tuo figlio perché anche io mi sarei arrabbiata se etc...); se l'interlocutore è chiuso del tipo che vuole insegnare a me che i bambini vanno menati, puniti etc sto a disagio perché soffro per l'ingiustizia di ciò che viene detto e insieme alla sofferenza sale anche la rabbia (che poi ovviamente non sfogo ma mi macina dentro, anzi cerco di allontanarmi dalla persona o dal discorso). Nel caso in cui i bambini vengano trattati male davanti a me sto male. Certo dipende dai gradi. Un ceffone mi fa stare peggio di altre cose ad esempio. Ovviamente come penso sia giusto insegnare anche ai bambini, le emozioni sono emozioni per cui non decido io razionalmente per cosa stare male e quanto. Anche se posso apparire esagerata ho capito (col tempo) che quel si prova va accettato, magari capito, ma accettato. poi ci sono persone che riescono a farsi scivolare tante cose e vorrei tanto essere tra loro, ma non sono così. I motivi nel mio caso che ho individuato sono diversi: la bambina che è in me me la porto dietro e vede queste cose e soffre con quei bimbi, l'adulto che è in me si sente impotente perché assiste senza trovare una buona idea per evitare che ciò accada, i "problemi" che mi porto dietro legati al bisogno di sentirsi in un contesto accettante mi fanno sentire accusata se porto avanti i principi in cui credo fermamente (che poi sia una che sbaglia anche tanto non mi fa pensare che i principi siano meno validi). Per l'allattamento prolungato mi hanno dato della morbosa e mi hanno chiesto se non fosse un'esigenza mia (in che senso?!?!?!?) ed io che vi devo dire, ci sono rimasta male e dopo queste due esperienze non è che ne ho più parlato se non quando sapevo di non venir criticata. Ecco su questo punto poi vorrei condividere con voi una riflessione. Delle volte ho letto che magari Tizia o Caia può dirci se fai così lo cresci male, le punizioni servono, etc etc e poi la soluzione è il fatto che nostro figlio sia la bandiera che abbiamo fatto bene noi e dovrebbe mettere a tacere tutto solo vedendolo. Non che non capisca questa logica eh, però non mi piace sentirmi costretta "a dimostrare" peggio ancora che mio figlio debba "dimostrare" che è "perfetto" perché poi se incontri alcune persone (per fortuna non sono assolutamente la maggioranza ma qualcuno così l'ho incontrato) qualunque cosa ti possa preoccupare di tuo figlio è perché non l'hai punito, menato, lasciato piangere etc. tipo è timido perché non lo fai dormire da solo, non sa relazionarsi con i bambini che menano perché lo proteggi troppo.. quindi magari io la dimostrazione non la posso dare e ho anche capito anche grazie all'intervento di alcune persone qui che l'amore incondizionato è accettazione per cui cerco di dargli ciò di cui ha bisogno (ovvio coi limiti della mia comprensione) per aiutarlo a esprimere se stesso ma non per corrispondere a un modello di bimbo performante. Poi c'è un altro aspetto che è quello della gestione dei bimbi insieme (più piccoli sono più i genitori sono presenti e più questi discorsi sono cogenti, dopo Crystal ti assicuro che man mano che crescono migliora). Quando i bimbi giocano insieme e mi trovo con un genitore che la pensa in modo diametralmente opposto al mio sto in difficoltà perché ad esempio io al mio non ho mai imposto di prestare le sue cose, però poi magari mi trovavo con il genitore che imponeva al suo di prestare al mio.. e lì mi sentivo a disagio perché per me che comunque non volevo costringere il mio l'ingiustizia c'era a quel punto per l'altro... oppure delle volte ci sono genitori che hanno incitato i propri figli ed il mio a fare una gara per chi "finiva prima di mangiare tutto".. sicuramente una mia incapacità di smontare queste situazioni col sorriso eh! ma intanto così è.. tutto ciò e spero di non essere andata OT era per dire che credo di aver capito cosa dice Crystal e volevo condividere cosa provo io perché può darsi che alcune delle motivazioni possano essere comuni.. Magari può essere una questione di sensibilità, carattere, ferite ancora aperte.. io cerco di arrabattarmi in questi disagi miei perché non voglio che mio figlio si perda occasioni di socialità per considerazioni che riguardano me e non lui (se fosse lui a stare male non lo porterei) però ecco io il problema (che appunto al crescere dei bimbi per fortuna tende a ridursi) lo capisco bene. Credo che questo discorso si giochi molto sul "giudizio" "l'essere e sentirsi giudicati" per quanto riguarda noi e sul come e cosa percepiamo come "violenza" per quanto riguarda i bimbi, posto che appunto in quella che io percepisco come "un'umiliazione per il bimbo" per un'altra persona può essere "un piccolo rimprovero che ora che si sposa si sarà dimenticato". Con la violenza fisica è più facile, ogni contatto volto a far male lo è, ma con le parole e le azioni complesse è più complicato. |
Autore: | Lorelay [ lunedì 26 marzo 2018, 21:08 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Ieri ero all'oratorio. Al tavolo dietro al mio, mamma di un ragazzino 13enne che conosco all'asilo. Da SEMPRE si lamenta della`ex marito, sempre in presenza del figlio, come fosse colpa sua o di chiunque aver fatto un figlio con un ex delinquente... va beh. Al figlio o gli sta addosso, tipo con medicine inutili, oppure gli dice cose tipo «ma non dire stronzate» (che pure aveva ragione lui). Ieri c'era un gioco. Il ragazzino dà il suo nome «Marco Rossi». La madre, che 4 anni fa ha fatto aggiungere il suo cognome, interviene di fronte a tutti e dice «Eh no, Marco Rossi VERDI anche, non ti dimenticare, c`è pure il , mica solo tuo padre». Per me questo è un sopruso pari pari a quello di chi gliele dà quando non dormono. Perché lo dico? Per ribadire che non si risolve alle feste di compleanno. Qui il punto è che la gente così esiste purtroppo. E assicuro che a me lo sguardo di quel ragazzino è rimasto impresso tutto il giorno. La madre la evito, non la frequento, le ho pure detto nel tempo che non voglio intromettermi in cose personali per evitare mi parlasse dei fatti suoi quando mi incontra per strada... Ma non posso evitare che queste cose accadano. E se ci fosse una festa in cui lei c`è Non vado? No, certo che vado. Sarebbe un pregiudizio non verso di lei, ma verso gli altri. Non sono tutti così. I genitori al tavolo con me la pensano esattamente come me. Inoltre, non andare mi impedirebbe di poter star vicino al figlio, di rivolgergli un sorriso o una parola. E vi assicuro che già è isolato a causa della madre, quindi evitare lei significa, purtroppo, lasciare più solo lui. Quindi, ripeto: non eviterei le feste per questo motivo, perché queste cose saltano fuori a ogni momento. E perché di genitori piacevoli con cui stare ce ne sono molti. Anche se magari eccezionalmente alzano la voce. Ecco, mi spiace ma a me la frase `se non la smetti andiamo a casa` non sconvolge. Non sarà certo DD, io certo dolce non lo sono, ma si deve anche fare i conti col mondo in cui si vive. Nella media delle persone, non è così drammatica, soprattutto se detta quasi senza farci caso (sì il tono conta, può persino essere a favore del bambino, se lui è stanco e non sa decidersi; quindi tono e contesto sono basilari). Insomma il consiglio è di ammorbidirsi un po' e ricordarsi che alla maggior parte della gente è stato insegnato che i ceffoni fanno bene, e non si riesce facilmente a cancellare il passato. E purtroppo si può sentire e vedere molto peggio di «se le merita» (molto peggio purtroppo). Ps: per l'allattamento, a me a 6 mesi mi hanno detto «non all'atto più?????? E cosa mangia???». Quindi come vedi, ce n`è per tutti i gusti. |
Autore: | esmeralda [ martedì 27 marzo 2018, 14:22 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
Oh Romipor!! Dici una cosa molto interessante: è un bel problema se i figli devono diventare una sorta di "pubblicita vivente" o una "certificazione" della bontà dei nostri metodi educativi, del nostro essere genitori. Trovo che ciò sia un inutile trappolone per tutti, è una delle situazioni che cerco di evitare ad ogni costo. Anche per questo sono molto discreta, anzi discreta in modo maniacale su questo argomento. Tra l'altro uno dei motivi per cui frequento NTIS è proprio questo: per potermi confrontare su alcuni temi dell'educazione devo farlo in modo virtuale. Nella vita guardo molto, osservo, prendo nota di ciò che mi piace e ciò che non mi piace, mi ispiro, scopiazzo, cambio idea e poi la ri-cambio... adatto ai miei bambini "reali" e poi faccio come mi viene..... ma non ho una linea di condotta precisa e tantomeno mi ispiro ad una sola specifica filosofia. Eclettismo improvvisato totale. Sarà per questo che non me la prendo più di tanto per la maggior parte delle cose che sento: a parte che non credo a tutto ciò che sento, tutto mi interessa , ma ascolto più che altro. difficile che mi apra ad un dibattito sul tema, non mi sento particolarmente giudicata perchè sono sempre un po' dalle due parti della barricata e soprattutto penso che la definizione "buon genitore" sia molto, ma molto liquida, dipende anche molto dall'altro personaggio della relazione, cioè dal figlio. E alle volte ci sono delle situazioni non ideali che funzionano in realtà meglio dai quelle tutte a puntino. Certamente ci sono atteggiamenti che mi scandalizzano o mi infastidiscono: ho una amica che tormenta la figlia perchè è bruttina, e un paio di altri che silenziano i figli con tablet e cellulari ecc SEMPRE, da quando avevano 2 anni. "così non rompono". E ci sono anche tanti altri atteggiamenti che proprio non mi convincono ma alla fine.... non è che se mi mettessi io al posto di quei genitori sono così sicura che farei meglio. In molti casi magari si eh.... quando mi sono trovata a fare un po' da mamma a due ragazzi francamente parecchio MALE -educati ho fatto un po' quel che potevo, non è che sia andata male, ma certo mi sono tolta subito dalla testa l'idea di fare la rivoluzione. Non amo i proverbi, spesso sono sciocche banalità, ma un qualcosa di vero ce lo trovo in "chi ti ama più di mamma ti inganna" . Almeno, quando mi ci sono trovata è stato vero. |
Autore: | jonessimon050 [ sabato 22 agosto 2020, 11:06 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: evitare le feste di compleanno |
l'animatore è bravo e i bambini socievoli il gioco procede bene e tutti sono coinvolti, se vi sono elementi più timidi o cmq poco inclini alle attività organizzate vengono o coinvolti a forza o restano in disparte. Se l'area è attrezzata il gioco casuale e individuale vince su tutto. L'obiettivo è portarli a casa il più stanchi possibile, se si addormentano in auto meglio ancora, così il weekend passa indolore. Insomma in generale non sono mai grandi occasioni di socializzazione nè per i piccoli nè tantomeno per i grandi: trovandomi anche io in una situazione dove il mio pensiero è in contrasto con lo stile educativo degli altri genitori, finisco per "fare da tappezzeria" come si diceva al liceo, mentre mio figlio gioca e scorrazza e gli altri genitori fanno comunella a gruppetti. Mi sono anche posta se questo fosse un mio problema caratteriale: sono stata molto timida in infanzia e adolescenza, per poi riscattarmi decisamente con caratteristiche opposte e di forte socialità. |
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