Mamazaba GRAZIE!
Mi sono commossa nel leggere di tuo padre, del suo impegno. Ho sentito dietro a questo la certezza che anche se non cambieremo il mondo, potremo fare la differenza per le persone che incontriamo.
Tuckberry, Enza, spero tanto di non avervi spaventate.
Ho scritto senza pensare a chi mi leggeva, per buttare fuori le cose brutte che vedo.
Sono convinta che sia importantissimo per una mamma sapere cosa può succedere in ospedale, in modo da proteggere il suo bambino da manovre inutili o disturbanti.
D'altra parte sono anche convinta che sia molto dannoso per la fisiologia del parto che la mamma percepisca l'ambiente in cui si trova come ostile, che abbia la sensazione di doversi difendere da ciò che la circonda (la paura, il freddo, o qualunque altra sensazione di disagio ostacolano il procedere del travaglio. Possono anche fermare la dilatazione cervicale. E questo è molto sensato, serviva alle nostre antenate a non rischiare di partorire in luoghi ostili o in situazioni di pericolo!).
Perciò é essenziale che voi troviate il modo di arrivare al momento del parto potendovi fidare di chi avete intorno.
Parlate con le ostetriche se andrete a visitare la sala parto qualche settimana prima del termine.
Ma soprattutto fate in modo di avere accanto qualcuno che possa tutelarvi. Un papà informato, calmo e deciso può fare un mare di differenza!!!
(Tra l'altro, è brutto dirlo, ma spesso i padri vengono ascoltati più delle partorienti, che a volte vengono considerate un po' delle "bambine" che devono essere "tenute a bada"
..nelle sale parto si sente tanta di quella "pedagogia nera" rivolta alle mamma che mi fa impazzire di fastidio e di rabbia!!!
'Fai la brava' 'Dai su non fare i capricci'
'adesso basta! Urlare non serve a niente'
non sono neanche le peggiori che ho sentito..
)
Voi avete bisogno di essere del tutto centrate su quello che state facendo, non potete avere il pensiero di dover difendere il vostro cucciolo appena nato.
Dovete essere certe che il vostro bambino verrà allontanato da voi SOLO se questo è strettamente necessario per la sua salute.
La situazione in cui una madre il cui bambino viene allontanato subito dopo il parto e non sa perché è terribile ed ingiusta.
Io ho subito un cesareo d'urgenza per sofferenza fetale. Perciò sapevo che il mio cucciolo POTEVA avere bisogno di manovre di rianimazione alla nascita ma ero ragionevolmente certa che se invece fosse andato tutto bene lo avrebbero portato subito vicino al mio viso e, con un po' di fortuna, me lo avrebbero appoggiato sul petto.
Ne ero talmente certa che in quegli istanti convulsi che hanno preceduto il mio ingresso in sala non ho chiesto se mi avrebbero dato subito il mio piccolo se fosse nato sano (diamine, avevo scelto quell'ospedale apposta perché ne conoscevo i protocolli..e poi non volevo passare per quella pazza che non si fida dei medici
)
E mi maledico per non averlo fatto perché - è vero - ero tempestata di domande dallanestesista ed avevo mille infermiere addosso che mi depilavano/mettevano calze elastiche/ago cannula/cuffietta contemporaneamente, ma avrei avuto il tempo di fare quella domanda in quel momento
.
Così quando lo hanno tirato fuori e non me lo hanno portato io sono rimasta muta, senza osare chiedere nulla, per paura di intralciare le manovre che avrebbero salvato il mio bambino, ed ho iniziato a piangere in silenzio immaginando il mio bambino inerte, mentre veniva intubato e rianimato. Solo il sorriso di mio marito oltre il vetro della sala operatoria mi ha fatto capire che non stava succedendo, mi ha fatto uscire dall'incubo e finalmente riuscire a sentire il vagito di Giorgio che diceva "sono vivo! Mamma dove sei?"! Solo allora ho osato chiedere che me lo portassero, anche se solo per pochi istanti.
Ecco il solito disastro
.. Vorrei scrivervi per rassicurarvi e invece finisco per raccontare la mia tragica esperienza!
Sento che dovrei cancellare tutto e lasciare spazio a voi che tra poco diverrete ancora una volta mamme, per le vostre paure, i vostri pensieri e le vostre speranze invece che buttarvi addosso tutto il mio dolore.
Ma non c'è la faccio, ho ancora tanto bisogno di sanare le mie ferite, e qui sento di essere accolta, amata e ascoltata.