Mettere in punizione

Violenza, manipolazioni, ricatti psicologici, giudizi morali: troppo spesso si ricorre a simili forme di controllo e repressione nell’educazione dei bambini. Discutiamone insieme qui ogni volta che ci sembra di riconoscerle in libri, film, programmi televisivi, nel nostro comportamento o in quello di coloro con cui ci accade di confrontarci.

Mettere in punizione

Messaggioda emme » mercoledì 26 marzo 2014, 15:24

Scusate se apro un post nuovo, ho letto tutta la discussione sull'approccio alla scuola materna in cui si è parlato di Time out e situazioni sgradevoli a scuola.
Ho ascoltato il racconto di una conoscente con un bimbo quasi coetaneo del mio (2011) che va al nido.
Volevo chiedervi un parere perché io resto un po' dispiaciuta.

Racconta, questa ragazza, di essere stata chiamata dalle insegnanti dell'asilo nido del figlio perché
"si è comportato malissimo.
Tende a non rispettare le regole, ad esempio a tavola all'ora del pranzo si alza per andare a giocare (cosa che a casa non fa) e pare che qualche giorno fa abbia picchiato dei compagnetti, preso a calci una pianta con i fiori e tentato di uscire dalla classe!Risultato: diverse volte in punizione e l'incontro con le educatrici"
Poi dopo 'incontro, racconta che le maestre le riferiscono di essere preoccupate perchè mentre in passato la sua vivacità era gestibile, ora è diventata ribellione e sfida anche nei confronti loro, lo rimproverano e lo mettono in punizione ma lui le guarda come se non capisse per quale motivo lo stanno facendo, non rispetta le regoline oppure mentre tutti giocano o cantano o fanno altro lui si alza e si mette a fare cose per conto proprio e si diverte a strappare i giocattoli agli altri bimbi, oppure per gioco li picchia, infatti quella mattina era stato messo in punizione perchè per gioco aveva dato un matterello di plastica (se non ricordo male) in testa a una bambina, che si era fatta male."

E' brutto quando un bambino picchia un altro bambino, ma io noto che a volte nel giocare succede involontariamente, non so capita che mio figlio abbraccia i bimbi che incontra, questi stupiti barcollano e cadono.

Ma quello che più mi è rimasto impresso e che mi è dispiaciuto è la ripetizione della parola PUNIZIONE.
Viene messo in punizione e lui non capisce il perché.
Preciso che la mamma in questione usa anche lei le punizioni, è convinta di dover "mantenere la linea dura, il no è no," ecc ecc, cose con cui non sono d'accordo.

Sinceramente non ho mai usato la parola punizione a casa mia, mio figlio non sa nemmeno cosa significhi... e l'idea che accadano queste cose all'asilo mi disturba un po'.

Ma davvero è cosi grave se mentre gli altri cantano un bambino decide di giocare con le macchinine?

Non so, forse il mio post è inutile e in quel caso cancellatelo pure, ma volevo chiedervi cosa ne pensate di questo racconto, e come affrontare una situazione del genere, qualora capitasse.
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda chiaraeanna » mercoledì 26 marzo 2014, 15:41

Scusami scrivo dal cell ma per me sono legittime le tue perplessità soprattutto in un bimbo così piccolo!! Poi parlare di sfida mi sembra veramente esagerato!!!
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda emme » mercoledì 26 marzo 2014, 17:39

Grazie x fortuna non abitiamo nella stessa città e quindi non incapperò in quelle maestre.... e se le mie saranno simili o peggio?! :? :? :? :? :? :?
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda Fagiolina » giovedì 27 marzo 2014, 10:44

Ma io invece non sono affatto sorpresa, stiamo parlando di un bambino che va dai 2 ai 3 anni, non a caso li chiamano i terrible two… è questo il periodo in cui i bambini cercano la loro autonomia e si sfidano molto gli adulti, soprattutto la mamma.
La sfida verso gli adulti e le regole io la trovo una cosa normalissima, certo non da gestire con delle punizioni. Ma è normale che un asilo "educhi" i bambini a rispettare le regole della scuola e gli altri, altrimenti non riuscirebbero a gestire una classe di 15 o 20 bambini!
Se tutti facessero gioco libero non ci sarebbe spazio per organizzare delle attività insieme o appunto imparare a stare con gli altri. E a 2-3 anni i bambini possono tranquillamente stare per un certo periodo di tempo a svolgere un'attività in cui è richiesta concentrazione e rispetto di alcune regole.
Se il bambino non ce la fa probabilmente è un iperattivo o non è abituato o è turbato da quello "stare" con gli altri in quel modo.
Sicuramente il bambino va CAPITO in questa sua difficoltà e bisognerebbe agire sulle cause: con la punizione non si risolve un bel niente, si mortifica soltanto il bimbo
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda Silvia D. » venerdì 28 marzo 2014, 1:16

Credo che quelle insegnanti non abbiano ben chiaro questo genere di concetto http://www.nontogliermiilsorriso.org/dr ... zS_AmS9Kc0 , purtroppo...
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda Emy » venerdì 28 marzo 2014, 6:40

Grazie silvia non me lo ricordavo piu
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda fabialeda » venerdì 28 marzo 2014, 15:06

In virtù del ruolo rappresentativo abbastanza importante che ricopro nell'istituto comprensivo che frequentano i miei due figli sono spesso resa partecipe di questioni come quella posta all'inizio del post (non tanto casi singoli ma in generale una diversità di vedute scuola/famiglie), oltre ad essere stata coinvolta personalmente nel caso del mio bambino più piccolo che per un certo periodo veniva picchiato da un altro bimbo.
Si stanno innalzando dei, muri nonostante sia le insegnanti in genere, sia i genitori concordino sul caposaldo "proteggere/guidare i bambini": si è daccordo sulla questione più importante per fortuna ma molto spesso non nei modi.
Le insegnanti hanno generalmente classi numerose da seguire, bambini eterogenei per provenienza sociale, poca compresenza strutture scolastiche logisticamente poco adeguate e tanti altri problemi che non sto ad elencare, le famiglie a volte vivono situazioni di disagio per i più svariati motivi personali (perdita del lavoro, un lutto, una malattia ecc.) oppure anche senza che si possa identificare un motivo preciso.
Quello che io percepisco è sempre più spesso (le insegnanti me lo dicono chiaramente) che si aspetterebbero degli interventi da parte dei genitori di fronte ad alcuni compotamenti (scarso rispetto delle regole, ma soprattutto aggressività nei confronti dei compagni) che invece non arrivano: la classica punizione, i 5 minuti di time-out (qualcuna ha menzionato anche il famigerato sculaccione), in ogni caso l'intervento del genitore. Il fatto è che la maggior parte di loro si aspetta questi interventi nel modo più o meno classico, quello che probabilmente conoscono loro stesse meglio per formazione. Sono ancora troppo poche le insegnanti che conoscono tipi diversi di intervento rispetto a quelli "comportamentisti" (uso questa parola in senso lato non specialistico perdnatemi!!), e molti genitori, dall'altra parte io avverto che ugualmente non sentono di avere strumenti educativi adeguati, c'è un'abissale solitudie delle famiglie, non ci sono dei valori educativi collettivi condivisi come era qualche decennio fa. Spesso credo si scivoli facilmente nel lassismo e nell'abbandonare un po' i bambini a se stessi. Altre volte a casa si usano interventi diversi, come magari faccio io (o tento di fare) ma non sempre è facile comunicarlo nel modo giusto, in un modo che non suoni giudicante all'altra parte coinvolta.
La mia idea è che bisogna partire dall'accoglienza dell'altro, anche dell'insegnante o educatrice che utilizza la punizione, non per giustificarla, ma perchè solo capendo la sua fatica si può suggerire un altro modo. E' molto difficile.
Nella nostra scuola si sta attivando una mediazione con un team di psicologi che cercherà di aiutare le parti coinvolte a comunicare a entrare in connessione, e mi sembra una buona idea.
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda Fagiolina » martedì 1 aprile 2014, 10:49

Sono d'accordo sull'accogliere le insegnanti con le loro difficoltà e gli strumenti a loro disposizione per bloccare certi comportamenti quando hanno appunto tanti bambini da gestire.
Non sono d'accordo invece su questa richiesta secondo me "eccessiva" da parte delle maestre di richiedere l'intervento del genitore (anche a scuola di mio figlio se n'è parlato..).
Quando i bambini sono a scuola non ci siamo noi e trovo molto poco efficace che a casa il genitore intervenga su un comportamento del figlio che non ha visto e che gli è stato "raccontato" dall'insegnante; il genitore può guidare il figlio quando è con lui, quando il cattivo comportamento si innesca in sua presenza, ma non capisco come possa farlo a scuola. Certo, in linea generale può parlargli ma oltre questo?
Oltre tutto, è difficile che fuori scuola il bambino ritrovi le stesse identiche dinamiche che affronta in classe: le situazioni sono diverse, i compagni non sono gli stessi, le insegnanti non ci sono e non c'è quel sistema di regole che è tipico della scuola.

Capisco che sia difficile, ma il ruolo dell'insegnante è anche quello di guidare il bambino in quei comportamenti irrispettosi durante l'orario scolastico, non possono farlo i genitori
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda Silvia D. » martedì 1 aprile 2014, 12:31

Non so.. i concetti di giusto e sbagliato tutto sommato siamo noi genitori che glieli trasmettiamo e ciò che si deve fare o meno (es. dare ascolto alla maestra, non [+ ciò che non si può nel caso specifico]), quindi sicuramente le insegnanti devo gestirsela nel tempo-scuola, ma a casa riflettere su ciò che accade a scuola, come gestirlo meglio, ecc., sono strumenti importanti di cui dotarli noi genitori, no? Che dici?
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda fabialeda » martedì 1 aprile 2014, 15:49

a me le insegnanti più o meno dicono che avvertono una mancanza di guida, non so bene come usare un termine sufficientemente neutro, non che si aspettino che a casa si trovino soluzioni per comportamenti difficili messi in atto a scuola, ma che si dia un input di qualche genere ai bambini in situazioni più o meno simili. E io colgo che loro si aspettano e si immaginano le punizioni, i time out ecc. praticamente gli unici strumenti che la maggior parte (non tutte!) hanno finora percepito come efficaci e universalmente utilizzati.
Ma non è più così, per tanti motivi: alcuni genitori, come noi, che ne parliamo qui, ci sforziamo di avere un approccio completamente diverso, tanti altri lasciano proprio perdere e altri ancora fanno come loro si aspetterebbero, risultando evidentemente non del tutto "efficaci". Come mai?
Proprio perchè si stanno sempre più moltiplicando i vari approcci e io credo che questo si ripercuota in generale come clima a scuola, forse è il fenomeno dell'orientamento ai coetanei?
Forse i bambini e ragazzi percepiscono troppi messaggi in direzioni diverse dagli adulti che dovrebbero essere il loro riferimento? sicuramente quando io ero bambina c'era il "blocco" adulti che veicolava in modo abbastanza chiaro per tutti cosa era permesso e cosa no e cosa rischiava chi contravveniva. Certo non mi sogno di dire che fosse meglio allora, ma nello stesso tempo non mi stupisco troppo del fatto che ci sia effettivo disorientamento in ambienti, come a scuola, dove si viene tutti da realtà diverse e non si trova più quell'indicazione precisa del "non si fa".

Io vedo che con i miei che bisticciano molto tra loro e anche si picchiano fa breccia il sottolineare l'effetto della loro aggressività sull'altro, fare paragoni nel senso di cercare di farli immedesimare, oltre a cercare di prevenire e non negare la rabbia o l'insofferenza che possono provare l'uno nei confronti dell'altro, ma capisco che a scuola possa essere difficoltoso stoppare certe situazioni "urgenti".
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda Silvia D. » martedì 1 aprile 2014, 17:50

Gli insegnanti non devono peró considerare che per il fatto di essere genitori rispettosi (che comunicano, ad esempio, senza punizioni, time out, botte) noi non si trasmetta il senso del giusto e sbagliato, che i nostri figli manchino di impronta genitoriale...
Ce ne sono alcuni, purtroppo, in cui questa guida manca davvero perchè non seguiti abbastanza e da vicino, ma correlare questo distacco al "nostro" attaccamento mi pare un ossimoro troppo spesso fonte di fraintendimenti e pregiudizi..
Non so se sono riuscita a spiegare cosa intendevo, dal cellulare non si scrive molto comodamente..
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Re: Mettere in punizione

Messaggioda ventosa389 » martedì 28 dicembre 2021, 20:18

Fagiolina ha scritto:Ma io invece non sono affatto sorpresa, stiamo parlando di un bambino che va dai 2 ai 3 anni, non a caso li chiamano i terrible two… è questo il periodo in cui i bambini cercano la loro autonomia e si sfidano molto gli adulti, soprattutto la mamma.
La sfida verso gli adulti e le regole io la trovo una cosa normalissima, certo non da gestire con delle punizioni. Ma è normale che un asilo "educhi" i bambini a rispettare le regole della scuola e gli altri, altrimenti non riuscirebbero a gestire una classe di 15 o 20 bambini!
Se tutti facessero gioco libero non ci sarebbe spazio per organizzare delle attività insieme o appunto imparare a stare con gli altri. E a 2-3 anni i bambini possono tranquillamente stare per un certo periodo di tempo a svolgere un'attività in cui è richiesta concentrazione e rispetto di alcune regole.
Se il bambino non ce la fa probabilmente è un iperattivo o non è abituato o è turbato da quello "stare" con gli altri in quel modo.
Sicuramente il bambino va CAPITO in questa sua difficoltà e bisognerebbe agire sulle cause: con la punizione non si risolve un bel niente, si mortifica soltanto il bimbo


Non condivido quello che hai detto, in francia, svezia e molti paesi evoluti i bambini possono scegliere loro i giochi da fare ( con delle regole). la stessa montessori promuoveva l'autonomia del bambino che sceglie il gioco, ci gioca, lo rimette a posto e ne prende un altro. E' un metodo funzionale che aiuta il bambino ad essere autonomo . In italia si pensa che l'insegnante debba comandare obbligando un bambino a colorare quando lui preferirebbe i mattoncini o amenità di questo tipo. tutto questo non è funzionale e rende dipendente il bambino che non impara ad autogestirsi perchè ci sei sempre tu che decidi al suo posto e sprechi autorità su cose inutili quando dovresti usarla solo nei casi in cui è necessaria. Io ho visto il metodo montessori applicato ad una classe di asilo impegnativa e i bambini erano quieti e concetrati e in quella cleasse ( in nicaragua) non si era mai visto niente del genere perchè li volavano i banchi ma con quel metodo invece erano tranquilli e questo dimostra la funzionalità del metodo montessori che insegna l'autonomia e l'indipendenza senza voler per forza controllare tutto.

In questo asilo poi non usano metodi adatti ai bambini piccoli, ci vorrebbero canzoncine e un atteggiamento giocoso, anche usare un tono di voce buffo attira l'attenzione del bambino e ti permette d'indirizzare la sua volontà in maniera positiva. Poi il bambino non si siede a tavola? Perfetto chiamalo e coinvolgilo nell'apparecchiare la tavola, così gli dai fiducia ( lui si sente grande e orgoglioso), gli dedichi tempo soddisfacendo il suo bisogno di attenzioni e ottieni che si concentri sul momento del pasto invece che su altro. Il problema secondo me è infatti che gli si chiede di sedersi a tavola quando lui è impegnato in altro e lui preso da quell'altra cosa non vuole muoversi. Coinvolgendolo nell'apparecchiari( magari raccontandoglia una storia e fingendo per esempio che state apparecchiando per dei draghi in visita da un paese straniera o un'altra favola che renda interessante la cosa)coinvolgendolo comunque si ottiene che lui si prepari al momento del pasto senza farsi distrarre da altro per poi pranza normalmente. Se invece si alza a metà perchè si annoia allora può essere utile dargli qualcosa con cui intrattenersi mentre aspetta il piatto. Quindi secondo me con dei metodi adatti ai bambini lui reagirebbe bene e imparebbe a stare con gli altri.

Le punizioni non hanno senso perchè non insegnano il comportamento corretto, sono cioè slegate da quello che è successo. Quindi per il bambino piccolo sono insensate. Non le capisce, molto meglio incoraggiare il comportamento voluto con canzoncine, giochi e toni di voci buffi. Anche essere un po' teatrali funziona perché hai la sua attenzione e a quel punto puoi indirizzarlo.

Questo asilo utilizza un metodo punitivo e nega il diritto del bambini di avere una sua volontà, non sto dicendo che bisogna fargli fare ciò che vuole ma solo che va indirizzato in maniera positiva e con dolcezza non con questi metodi negatvii e duri che con un bambino piccolo sono fuori luogo;soprattutto perchè va bene che il bambino abbia una sua volontà. Tu adulti vorresti che non fosse ma per la sua vita è bene che abbia una volontà. Ho visto molte persone con genitori che hanno estirpato la volontà dei figli dei piccoli e che si sono trovati con adulti che non sanno cosa vogliono, non studiano, non lavorano e hanno nemmeno la volontà di fare qualcosa. Questa inerzia e mancanza di spinta nei casi che ho visto io dipendeva da genitori che alzavano molto le mani e punivano molto per controllare i figli che sono diventati passivi e lo sono rimasti anche crescendo. Uno dei punti forti della pedagogia nera è quello di credere che il bambino non debba avere volontà. Questo è un errore.

Poi questo bambino ha una famiglia autoritaria, rigida e severa e per questo non ha imparato a collaborare con l'adulto e non è autonomo in certe cose perchè non ha interiorizzato dei modi di fare. Nessuno glieli ha insegnati perché punire non è insegnare perchè il bambino non impara un comportamento coretto alternativo a quello non voluto. Quindi non serve e in questo senso l'asilo dovrebbe insegnare con metodi giocosi quello che i genitori non gli hanno insegnato. Di certo però non è questo il modo e questo fa capire certi educatori nella pratica siano peggio di gente che non ha studiato ma che capisce i bambini e sa relazionarsi con loro. Questo perchè confondo l'educazione col comandare e l'autodisciplina ( che parte dal bambino e lo porta a autogestirsi) con la disciplina dove tu dai gli ordini e il bambino non ha voce in capitolo.

Spero che lo spostino in un altro asilo ma con genitori così ne dubito. mi dispiace per lui.
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