Prova a immaginare di dire semplicemente: mi dispiace di averti sculacciato. Ti ho fatto male? Ti ho fatto paura? Mi dispiace. Ho sbagliato. Che cosa provi? Ti sembra possibile? A volte fa bene prepararsi a sentire che cosa si prova quando si chiede scusa. Se non riesci a distinguere il prenderti la responsabilità di un gesto che dentro di te alla fine non condividi dal bisogno di essere capita ("magari argomentando un po' il motivo per cui mi è scappata la pazienza"), prova a pensarci un po' di più. A due anni e mezzo forse non ce la può fare a tenere le due cose insieme.
Perché sono due cose diverse e tutti troppo spesso le mescoliamo. Chiedere scusa è mostrarsi fallibili e questo può toccare la nostra vulnerabilità. Dopo aver sperimentato l'incertezza della nostra approvazione e del nostro amore, il nostro bambino ha bisogno però di trovarci solidi e forti nel ribadirgli che lui è importante per noi a prescindere, che lo vogliamo incondizionatamente perché lui è lui anche quando ci mette in difficoltà. Se immediatamente elenchiamo le nostre buone ragioni che ci hanno portato a compiere ciò di cui ci scusiamo, alla fine sentirà che ci stiamo giustificando e il rischio è che lo graviamo di colpa.
Se mi immedesimo nel tuo bambino, dentro di me la passione che mi viene al pensiero di quel buio in discesa e io che ci corro dentro è così forte che non sento altro. Il pericolo? Quale pericolo? Ci sono solo io con tutti i miei sensi vigili e gli impulsi incontenibili dettati dall'emozione. Mamma e papà preoccupati che si raccomandano sono come in un altro universo, io volo. Se mamma e papà in quel momento mi vogliono riportare nel loro universo di razionalità e ragionevolezza, devono farlo con la forza. Non capisco neppure che lingua stanno parlando.
E la forza si può usare in questi casi, ma con attenzione che non sia violenta. La forza può essere anche quella di chi ti abbraccia e tiene fermo, ma senza rabbia o fastidio, non in modo punitivo. Io bambino allora magari mi ribello, piango, ma ne uscirò più integro.
Non so se riesco a spiegarmi serensi. Chiederai scusa o no per questo episodio? Forse conta meno del tuo sentire dentro di te come sono andate le cose e come si potrebbe fare altrimenti. Senza paura di sentirti sbagliata, con l'intento di sentirti giusta perché onesta con te stessa.
Il tuo bambino ha bisogno di rassicurarsi sul fatto che il suo corpo ha il diritto di essere rispettato, che non è la violenza l'argomento che deve imparare a capire e non la paura o la vergogna le sue motivazioni. Ci vuole più di un episodio per farne una lezione di vita. Non caricarti di colpa, dai conflitti si può sempre imparare qualcosa, anche ad essere comprensivi con sé stessi. Che poi si guadagna anche in pazienza per gli altri
Adesso che mi hai letta, rileggi Emy, che è sempre fantastica nel guidare la rotta della comunicazione