da Effi B. » mercoledì 21 marzo 2018, 16:00
E' un po' che non passo. Oggi leggo gli sviluppi della conversazione. Sapete che sono stupita? Ho letto gli stessi messaggi e non ci ho trovato ciò che leggo stigmatizzato come così giudicante. Io ho letto Crystal che ci diceva del suo disagio: io di fronte a queste cose (gernitori che minacciano i bambini, o che li picchiano) sto male e evito le situazioni, ma mi pongo il problema che c'è di mezzo anche mia figlia.
Almeno per me questo era il punto: Crystal ci stava chiedendo come vivere più serenamente ciò che la ferisce. E per spiegarcelo ci fa l'esempio di una collega che le indica il tema dell'incomprensione e mancata tutela per una categoria più debole. Per me è chiaro che per lei l'incomprensione e l'esercizio del potere sui bambini sono qualcosa che la tocca nell'intimo e la spaventa, tanto che preferisce giocare d'anticipo e risparmiarsi situazioni in cui patisce. Non va da questo o quel genitore a fargli la predica per ciò che la impressiona, non attacca. Lei volge in ritirata. Lo priva certo della sua presenza, ma mi pare in modo discreto. Qui viene a chiedere di essere capita e magari aiutata a capirsi (un po' quello che facciamo tutti qui no?). Anzi, emerge anche un ulteriore possibile atteggiamento: provo a dire chi sono e di che cosa ho bisogno per cercare di convivere? E inoltre: ho fatto la prova e pensavo peggio...
In risposta ho letto ripetersi in molti messaggi la difesa dei genitori che la mettono in crisi, di cui non sappiamo altro che i suoi accenni (come ci fa notare lei stessa non abbiamo chiesto che approfondisse). Ce li si è figurati sulla base delle proprie conoscenze, delle esperienze vissute, che sono utili, ma sono le nostre, quindi andrebbero verificate a raffronto con quelle di Crystal, se no sono operativamente forse non utili. Il tutto in un crescere di pathos che arriva a: "tu sai come si fa e chi fa diversamente sbaglia". Ma chi l'ha detto questo? Che, se proprio devo dirvi la mia impressione di lettura, si è venuto scrivendo: IO faccio così, mi ci trovo bene a differenza di te. La nostra amica potrebbe inferire: loro sanno come si fa e sono io che sbaglio.
C'è un paradosso nel dare del giiudicante a qualcuno dicendo che non lo si giudica. E tutto questo mi fa pensare che c'è qualcosa che non capisco. Che cosa può aver colpito della richiesta di Crystal così tanto da portarci a insistere nel dimostrarle quanto giudicante è nel dirci le cose che la mettono a disagio? Se non abbiamo cose che ci mettono a disagio o non abbiamo le sue, bene, meno disagio per noi. Se è la richiesta di Crystal che ci mette a disagio, forse, visto che credo sia qui per chiedere comprensione e non critiche, possiamo provare a voltare pagina. Se abbiamo voglia di stare, forse possiamo provare a essere curiosi: che cosa davvero vuole dire quando fa l'esempio di genitori che dicono quella frase? Sono i toni, il modo, l'atteggiamento che la impensieriscono tanto? Lei non sgrida e io sì. Mi sento messo in discussione? Se ho le mie buone ragioni per sgridare e ho il mio stile, perché devo sentire il suo come qualcosa che mi giudica?
Metto qui un po' di domande, provate a vedere se vi interessano. Se no, lasciatemi perdere. Quella che più di tutte mi incuriosisce è: perché per alcuni in questa discussione è stato più facile empatizzare con genitori sconosciuti allusi per cenni e non con la nostra amica che conosciamo da tempo. Di sicuro non è contro Crystal, a cui credo più di una persona intervenuta qui è sinceramente affezionata. E' venuto così e dice di noi. A me voi interessate sempre, a tutte voi sono affezionata.