da Effi B. » martedì 24 novembre 2009, 16:10
Ringrazio per la pubblicazione degli articoli perché sono convinta che sia una faccenda su cui sia bene riflettere e, come sempre, occorra farlo alla luce delle proprie esperienze infantili. Io, che ci penso da un po', mi ritrovo soprattutto nelle posizioni della Dolto.
In effetti anche per me la faccenda è stata spinosa sin dal primo natale di Carlo (aveva 2 mesi).
Erano venuti a trovarmi 2 amici col loro bimbo di 3 anni e mezzo. Si era accidentalmente parlato di babbo natale. Io allora ho cominciato a raccontare della mia infanzia senza babbo natale, perché a casa mia arrivava la befana. E di come al tempo considerassi dei poveri ingenui i bambini che ci credevano (a lui o a gesù bambino portatore di doni) visto che non esisteva e che l'unica VERA era la befana, appunto. La mia amica mi lanciava occhiate sempre più significative e si sbracciava. Alla fine ho capito che mi indicava suo figlio che NON doveva sentire discorsi simili. Lui se ne stava per conto suo a giocare.
Dopo che sono andati via ho pensato a come tutto fosse solo una menzogna inventata dai grandi per i bambini. E mi sono messa a ripensare alla mia esperienza. Io ho saputo dell'inesistenza della mia magica befana (che sempre, è ovvio, mi ha portato la mia dose di carbone di zucchero; un anno è arrivata anche della vera carbonella, molto divertente!) da mia cugina, che ha un anno più di me: "ma come, non lo sai che la befana sono i tuoi genitori?". Bimba orgogliosa feci finta di niente, ma un po' mi spiacque. Devo dire che non mi sentii troppo presa in giro e che non fu un vero grande trauma (certo che ne avevo d'altri, forse questa mi sembrò un'innocua bugia accompagnata da doni). Quello che mi fece soffrire invece fu il fatto che l'anno successivo (per quell'anno riuscii a darla a bere ai miei), siccome avevano capito che non ci cascavo più, i miei genitori decisero che per me i regali erano finiti. Ricordo che aiutai mia mamma a preparare le collanine di caramelle e cioccolatini per mio fratello che ancora ci credeva. Poi toccò pure a lui.
I regali a natale sono stati introdotti a casa mia una quindicina di anni fa, più per smania consumistica che per altro.
Ripensandoci, allora, mi resi conto di come l'invenzione della befana era stata da parte dei miei una scelta interessata. Che avevano approfittato dell'occasione per poter godere della nostra innocente credulità, tanto che, una volta persa, i doni offerti in cambio erano spariti.
Niente di tutto questo per Carlo.
Mio marito invece aveva dei bellissimi ricordi dei suoi natali, del campanello che suonava, i regali fuori dalla porta, e poi, che coincidenza!, arrivava ignaro il nonno. L'attesa, la trepidazione, la gioia familiare... A lui sembrava ingiusto privarne Carlo, ma capiva molto bene e condivideva le mie perplessità sulle menzogne necessarie a inscenare il tutto.
Così mi sono messa a scrivere alle mamme che hanno partorito a casa nella mia zona, con cui periodicamente ci incontriamo e scambiamo messaggi. Ho raccolto così tanti racconti di gioia infantile, ricordi felici, anche da chi ha preso le distanze ed elaborato gli errori e le ingiustizie dei propri genitori che la mia posizione radicale ha cominciato a smussarsi. Quello che in molte di queste persone restava era una riconoscenza sincera per gli sforzi dei genitori di creare la magia della festa (la mamma che lasciava la messa di mezzanotte in anticipo per preparare tutto, quella che stava alzata per decorare e disporre i doni), tutti gesti interpretati alla luce del disinganno, ma che non avevano perso di bellezza. Va detto che poi loro si erano continuati a scambiare doni per il resto degli anni.
Allora la mia decisione il natale passato (anche il secondo natale di Carlo è trascorso nell'incertezza) è stata di accogliere babbo natale anche a casa nostra. Non gli racconterò mai troppe bugie per motivarne l'esistenza, lo sapete che non sono capace di mentirgli. Però ho pensato che potevo creare per lui una nostra verità magica.
Quando comincerà a notare gente fintamente allegra travestita in giro, gli spiegherò che quelli non sono babbo natale, ma solo dei travestimenti. Babbo natale non si può vedere, se lo vedi, significa che non è lui. Babbo natale è la magia del natale che ti porta dei doni, perché la festa sia celebrata da tutta la famiglia unita. E' una magia che si ripete e ripeterà sempre tutti gli anni animata dall'amore che ci unisce.
Concordo sull'importanza del racconto e aggiungo quella della rappresentazione, degli aspetti teatrali. L'albero, i regali impacchettati, le luci... sono gli addobbi di scena. Noi tutti poi recitiamo insieme il rinnovarsi quel giorno di una magia attesa nel tempo, della conferma del nostro affetto e della nostra comunione. Il mio modello di natale, ovviamente inarrivabile, sarebbe quello di "Fanny e Alexander" di Bergman, avete presente? Lì è tutto magia addirittura senza babbo natale (se non ricordo male). Ma quella, non a caso, è una famiglia di artisti, gente di teatro.
Messa così devo dirvi che mi piace e mi godo anche per me il natale che non ho mai avuto.
Non ci sono bambini buoni e cattivi, ci sono solo bambini amati, genitori, nonni... amanti e amati. Qualche regalo senza esagerare.
Le storie su babbo natale, se sono belle, sono solo il modo con cui chi le ha scritte ha cercato di raffigurarsi la sua personale magia. Carlo potrà ascoltarle in questa luce e crearsi le sue. Uno dei suoi libretti più letti è quello sul babbo natale un po' burbero di Briggs (l'abbiamo per ora sfogliato senza associarlo alla festa, solo come storia illustrata). Se non lo conoscete ve lo consiglio (è un fumetto con bellissimi disegni; nella nostra edizione c'è poi anche la storia di babbo natale che d'estate se ne va in vacanza con le renne).
Buoni preparativi allora, qualsiasi sia la vostra scelta, qualsiasi sia il vostro tipo di festa. Ciao,
Elisa