Io su queste cose sono molto altalenante, ne scrivo anche perché mi aiuta a focalizzare meglio. In linea di massima i miei bimbi sono piuttosto liberi di fare quello che vogliono, soprattutto in casa (scrivono sul pavimento, appiccicano cose sui muri, fanno le schifezze in cucina, girano nudi…) almeno da parte mia, perché come sapete mio marito non è d’accordo con questa linea educativa e ogni tanto mi apostrofa dicendo “questi bambini dovranno prima o poi imparare le
REGOLE”, questo in linea di massima, perché ci sono giorni in cui sono di fretta o ho appena pulito e non mi va che facciano troppo disordine allora cerco di spiegarlo.
Fuori sono un po’ più rigida, nel senso che gli lascio fare quello che mi sembra non dia fastidio agli altri, e questo è soggettivo, ad esempio a me non piace che mettano i piedi sul sedile delle panche, anche se poi pioverà, perché non è detto che piova “subito”. Però, li lascio andare scalzi se sono sicura non ci siano vetri, si rotolano e si arrampicano sugli alberi, se non abbiamo problemi di cambio scarpe camminano nell’acqua…
Un primo problema è questo: io non riesco a spiegare le cose al più grande. Non ne ho proprio il tempo materiale, perché è come il diavolo della Tasmania. Se cerco di dirgli “per piacere non mettere i piedi nella fontana perché non ho le scarpe di ricambio” lui al “Per piacer..:” è già immerso fino al ginocchio. Oppure non mi ascolta per niente, mi trovo a ripetere le cose quattro, cinque sei volte. Se alla sesta volta urlo il suo nome, oppure gli dico “se non mi ascolti non ti faccio più fare questo gioco” mi ascolta eccome. Per cui succede che urli, o che gli proibisca di fare qualcosa. Per sfinimento, più che altro.
Poi, in realtà, ci sono diverse cose che non voglio che faccia. Non voglio che si arrampichi sulle ringhiere dei balconi, che picchi il fratellino e gli altri bambini, che urli a squarciagola in casa (la casa è piccola, mi fa venire un mal di testa feroce), che metta a soqquadro tutti i negozi quando dobbiamo fare spese, che scappi. E probabilmente anche altre cose che al momento non mi vengono in mente. Su queste cose, da un lato cerco di stemperare le attività che non gli piacciono (quando andiamo al supermercato andiamo sempre o prima o dopo ai giardinetti, giriamo nel super come vuole lui, ma non voglio che sposti tutto quello che c’è sugli scaffali), d’altro lato mi arrabbio, spesso anche molto, perché è davvero poco collaborativo. Ad esempio, mi da fastidio che mentre lo lavo e lo vesto faccia il diavolo a quattro. E’ come vestire un capitone: si contorce mentre gli metto le scarpe, se lo tengo per le mani per aiutarlo a uscire dalla vaschetta del bagno si lascia andare a peso morto, se mi chino su di lui salta così mi da delle craniate micidiali…. Il problema è che mi fa davvero male, gliel’ho già spiegato mille volte ma non serve a niente, allora va a finire che urlo, e che lui piange. Ho anche pensato che voglia fare da solo, per cui cerco di stimolarlo a fare lui, ma non vuole, chiede il mio aiuto e appena lo aiuto ricomincia ad agitarsi. Così lo mollo mezzo vestito o con una scarpa sola, ma se lo lascio perdere si arrabbia. Anche ieri sera, ad esempio, voleva che lo imboccassi, ma ad ogni boccone tirava fuori la lingua sulla posata rovesciando tutto per terra. Dopo qualche tentativo gli ho detto di fare da solo e si è messo a piangere. E’ che io il fascino di questi giochi proprio non lo vedo, vedo il pavimento che fa schifo, le macchie dai vestiti che non vanno mai via (per me è una guerra persa) la tovaglia che è una carta geografica…. Dovrei farlo mangiare con lo scafandro, non faccio altro che lavare roba… Il fatto che sia quasi sempre sola con entrambi non aiuta, e, in ogni caso mio marito quando c’è ha molta meno pazienza di me e urla quasi sempre. Tra l’altro, ormai ce l’ha con me perché glielo faccio notare, quindi dice che lo faccio apposta per mettergli contro i bambini e recitare la parte della “mamma buona”… Vorrei urlare di meno, ma spesso mi sembra davvero l’unico modo per farmi ascoltare. Mi spiace anche perché il piccolo, invece, è estremamente collaborativo (probabilmente solo per età), e questo mette ancora più in evidenza il comportamento di suo fratello.. Trovare dei modi per farlo sfogare di più fisicamente fuori casa è difficile, perché noi lavoriamo tutto il giorno, mio marito rientra tardi, i nonni si sono eclissati nelle rispettive case di campagna (sono molto PN, mio marito spinge perché si spedisca il grande da solo con i nonni, io non voglio perché so che reagirebbero malissimo a qualunque intemperanza..), la tata li guarda entrambi e deve mediare tra le esigenze dei due, io quando rientro idem, e devo pure preparare la cena..
In aggiunta, i bimbi hanno una cuginetta coetanea che è vediamo purtroppo poco ed è allevata in puro stile PN, coercizione e sgridate al massimo. Quando posso la prendo con noi per darle un po’ di respiro, cerco di lanciare qualche semino nella distesa PN dei genitori….solo che quando ci vediamo loro seminano zizzania nel campo, già quasi incolto, di mio marito, che è estremamente attento a tutte le altre scuole di pensiero.