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La pedagogia nera di harry Potter http://nontogliermiilsorriso.org/forum/viewtopic.php?f=15&t=6271 |
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Autore: | ventosa389 [ mercoledì 26 maggio 2021, 7:54 ] |
Oggetto del messaggio: | La pedagogia nera di harry Potter |
La pedagogia nera in Harry potter Questo commento può sembrare esagerato perché nessuno da’ molto peso a quello che dicono i libri per bambini, tuttavia questi libri hanno una profonda influenza e formano il bambino insegnandogli certe cose invece che altre. Io ho riletto la saga da adulta trovandola intrisa di pedagogia nera e di stereotipi davvero diseducativi. Faccio una lista. - il bullismo fortifica il carattere. Nell’ultimo libro della saga l’autrice scrive che il protagonista subisce gli stenti meglio dei suoi compagni perché veniva lasciato senza cibo dai suoi zii ed era abituato al bullismo . Questo modo di pensare è sbagliato, ricordo che nella mia scuola il bullismo era all’ordine del giorno perché gli insegnanti non intervenivano a difendere le vittime ritenendo che fossero le vittime a dovere trovare il modo di difendersi e che il bullismo rendesse più forti le vittime. Non è vero, chi lo subisce vive una situazione di ansia e impotenza che possono portarlo a sviluppare disturbi dell’umore, problemi d’ansia, problemi d’autostima e reazioni di evitamento verso la scuola o i luoghi pericolosi(per esempio i bagni). Ha un effetto forte sulla persone . Facendo finta di niente non aiuti neanche il bullo che è una persona che non sa mettersi nei panni degli altri e che invece andrebbe aiutato a migliorare. Nella mia classe alle medie l’insegnante ha chiesto di parlare di come ci sentivamo in classe e io detto che mi trovavo male a causa di alcuni bulli. Questa cosa ha creato un cambiamento perché i compagni che prima stavano a guardare hanno preso a sostenere me e altre due ragazze che subivano e ci hanno coinvolto nella vita dentro e fuori la classe. Persino il bullo ha fatto una cosa che mi ha stupito perché dopo la scuola giocavo con le mie amiche a pallavolo ed è arrivato un ragazzo che ci ha rubato la palla facendo il cretino. Il bullo è intervenuto, ci ha difeso e ci ha riportato la palla. Questo dimostra che a volte basta poco. L’importante è non girarsi dall’altra parte. Ultimo motivo per cui è sbagliato fare questo discorso è che si fornisce una scusa al bullo. Esempio di vita vera, un ragazzo che conoscevo veniva picchiato quasi tutti i giorni da un ragazzo più grande. Crescendo sono finiti nella stessa compagnia e lui gli ha chiesto conto dei suoi pestaggi e l’altro ha risposto candidamente che lo faceva solo per fortificarlo. Questo tipo di scusa gli è stata fornita dagli adulti che dicendo che il bullismo fa’ bene alla vittima hanno sdoganato le azioni dei bulli, giustificandoli . E’ scorretto, gli adulti dovrebbero aiutare i ragazzi a mettersi nei panni degli altri, non giustificare la prepotenza. In questo la Rowling è terribile perché in più punti colpevolizza la vittima ( per esempio nel caso di un altro personaggio di nome Neville) accusandolo di non sapersi difendere e di essere cioè colpevole del bullismo subito. In più dice che il bullismo fa’ bene alla vittima. Non è un discorso adatto ad un libro di bambini. -Le punizioni corporali sono buffe e divertenti in un punto due personaggi parlano del fatto che la loro madre li prende a colpa di scopa sulla schiena e delle lunghe e dure sculacciate del padre. Entrambi gli episodi vengono presentati come divertenti, buffi e con un tono leggero. Lo trovo grave perché penso che questo genere di libro ostacoli la comprensione degli abusi subiti insegnando a reprimere e dissimulare le vere emozioni che si provano riguardo a una punizione fisica subita. Questa negazione porta a non prendere coscienza che si stanno subendo degli abusi e questo può impedire che la persona chieda aiuto e che accetti e comprenda le sue emozioni sentendosi libero di parlarne liberamente. Andando sul concreto, se una bambina che viene picchiata con la scopa legge il libro ne dedurrà che la sua situazione sia normale e accettabile, che i sentimenti di rabbia e paura che prova non sono legittimi e che in genere i maltrattamenti che subisce non sono tutta questa gran cosa. Se invece il libro dicesse chiaramente che essere picchiati con la scopa è maltrattamento, la bambina potrebbe essere portata a prendere coscienza degli abusi e chiedere aiuto cosa che non succederà se i libri che legge sminuiscono e ridicolizzano le violenze da lei subite. Mi ha colpito un pranzo con parenti dove un mio zio ha raccontato che sua madre una volta ha avuto uno scatto d’ira e gli ha tirato contro un coltello, l’ha detto ridendo e nessuno al tavolo si è reso conto di quanto quel comportamento fosse disfunzionale soprattutto nei confronti di un bambino autistico. Questo a mio avviso il risultato di una cultura che attraverso i libri, i cartoni animati e i fumetti insegna al bambino a negare le emozioni che sente verso le punizioni corporali subite mascherandole e nascondendole dietro un sorriso. Questo è un problema anche quando queste emozioni represse hanno conseguenze sulla vita adulta. Il padre di una mia amica che da piccolo veniva frustato ha degli attacchi d’ira in cui aggredisce e picchia la moglie e le figlie. Ora per capire l’origine di questi problemi bisogna affrontare l’infanzia ma se la persona nega la sua sofferenza rifiutandosi di ammettere di essere stato maltrattato, in questo caso farà fatica o non riuscirà a prendere coscienza dei motivi alla base dei suoi problemi e questo potrebbe ostacolare la terapia. Quindi questo tipo di discorso è negativo. -L’autostima è dannosa e l’eccesso di amore rovina il bambino. Ad un certo punto si parla di un personaggio che fa’ il bulletto perché “si è montato la testa” in quanto dotato sia nello sport che nello studio. Ora la vera l’autostima è qualcosa che ti fa sentire sicuro di te e delle tue capacità, quando sei così non hai bisogno di sminuire o picchiare gli altri per sentirti meglio con te stesso perché hai già abbastanza sicurezza di tuo. Chi lo fa’ invece cerca di compensare una insicurezza o un senso di inferiorità che prova o lo fa’ per mettersi in mostra con gli amici e ottenere il loro rispetto e le loro risate( in questo caso la persona non ha le abilità sociali necessarie ad entrare nel gruppo e ottenere stima senza comportarsi così). Ma una persona “sazia” di amore e con una buona autostima non ha bisogno di questi mezzucci per farsi accettare nel gruppo o per avere approvazione dagli altri. Quindi quello che dice lei non è vero. In passato poi si credeva che il disturbo di personalità narcisistica dipendesse da un eccesso di lodi e una mancanza di punizioni. Gli ultimi studi dimostrano invece che gli adulti con questo problema erano bambini che ad un certo punto hanno capito di poter contare solo su se’ stessi perché gli adulti non rispondevano ai loro bisogni ed erano del tutto disinteressati a loro. Altre volte all’origine di questo problema ci sono dei genitori che obbligano i figli a recitare un ruolo, una volta per esempio ho visto un’associazione cattolica estremista dove le adolescenti erano tutte vestite uguali, con i capelli lunghi e un fermaglio a fiore sui capelli. Quelle ragazze dovevano aderire a quel ruolo senza esprimere la propria personalità o le opinioni, dovevano quindi parlare, vestire e muoversi in un modo che non era il loro. Gli hanno imposto un ruolo. Quello che voglio dire che anche in questo caso l’eccesso di lodi non c’entra niente ma si tratta di bambini cresciuti in situazione di negligenza e con genitori ipercontrollanti e poco ricettivi e empatici nei loro confronti. In un altro punto descrive questo personaggio come un bambino che era stato “quasi venerato”dai suoi genitori e qui compare l’immagine del bambino che si monta la testa perché ha ricevuto troppo rispetto e attenzioni. E’ falso. Ricevere amore, cura e empatia non crea problemi nel bambino anzi lo aiuta ad essere più consapevoli delle loro emozioni e più capaci di mettersi nei panni altrui. Lei invece sostiene che l’eccesso di attenzioni, cura e rispetto lo abbiano trasformato in una persona che si crede chi sa chi. Non è così e il bisogno di cura e attenzioni sono bisogni primari che aiutano il bambino ad acquistare autostima buona e a crescere sereno ed equilibrato. Ricevere rispetto insegna poi al bambino a trattare gli altri in modo rispettoso ( il bambino tratta gli altri nel modo in cui è trattato) e quindi è una cosa positiva. I bambini poi non sono dittatori o principini e ti seguono volentieri se sei ragionevole, se usi un tono giocoso adatto alla loro età, se hai pazienza e ti prendi del tempo per fargli capire le cose e insegnargli in modo che possa fare le cose da soli. Poi a volte il bambino ha una volontà diversa dalla tua o è stanco o perde il controllo delle emozioni o altro ma non lo fa per comandare o manipolarti ma solo perché da piccoli sono così e imparare a comunicare e gestire emozioni e impulsi richiede tempo. -La casa dei bambini cattivi nella saga c’è una casa (Serpeverde) dove vengono smistati i bulli, i furbi e in generale i bambini cattivi. Il problema è che i bambini in questione vengono smistati a 11 anni e a quell’età la personalità non si è formata, anche nei casi di bambini con disturbo antisociale non è sicuro che crescendo il bambino sviluppi un disturbo di personalità,nel tempo infatti i sintomi del disturbo antisociale possono rientrare o evolvere in una personalità psicopatica ma non è scontato che accada. A quell’età non c’è niente di fisso e stabilito ed è assurdo etichettarli così presto con un marchio tanto negativo. Per questo motivo le diagnosi di disturbi di personalità vengono fatte dopo la maggiore età quando la personalità si è formata. Prima ci possono essere dei segnali ma non sono definitivi. Alcuni studi dimostrano che persino gli psicopatici nella tarda età adulta riescono a gestire meglio i loro impulsi contro gli altri stabilizzandosi. Se è così per gli adulti a maggior ragione lo è per i bambini. A 11 poi i ragazzi ripetono le opinioni dei loro genitori perché non hanno ancora idee loro e non sanno come la pensano. Crescendo mettono in discussione le idee dei genitori e si fanno delle opinioni personali sul mondo. L’autrice invece bolla il protagonista negativo come cattivo perché a 11 anni ripete le opinioni dei suoi genitori che sono razzisti, assassini e anaffettivi. Crescendo anche lui cambia idea facendo delle scelte coraggiose e poi sposando una mezzosangue in contrasto con le idee dei suoi genitori. Voglio dire che etichettarlo come cattivo era prematuro e insensato. Poi certo lui si comporta da bulletto ma è sempre figlio di un serial killer e di una madre anaffettiva e distaccata. Ricordo che conoscevo una persona abbastanza disturbata ( non so dire se psicopatico o altro) che non picchiava sua figlia ma in compenso la umiliava e prendeva in giro perché a 4 anni non riusciva ad aprire un barattolo di marmellata da sola. Una donna raccontava in internet di un uomo, con cui le è capitato di fare un escursione, che riempiva di pietre gli zaini dei bambini piccoli mentre lui correva avanti fregandosene di tutti. Credo che lo facesse per fortificarli. Voglio dire che crescere in famiglie così non è facile ed è comprensibile che un bambino abbia dei problemi perché anche se è ricco e privilegiato gli è mancato moltissimo in termini di calore umano, affetto e sensibilità perché i suoi genitori non erano capaci di darglielo. Tutto questo lo intuisci vedendo come si comportano i suoi genitori e che persone sono però non è detto chiaramente perché lei non mostra il punto di vista di questo ragazzo rendendolo uno stereotipo bidimensionale e questo è un peccato perché mostrando il punto di vista di tutti insegni ai ragazzi ad andare oltre le apparenze conoscendo gli altri. Può esserci infatti qualcuno che a pelle ti sta antipatico ma con cui, una volta conosciuto, ti trovi bene. Poi ognuno ha una sua storia che tu non conosci è quindi importante frenare i giudizi ed imparare ad ascoltare. L’autrice non è grado di dare queste sfumature ai personaggi perché divide la storia in buoni e cattivi e questo a mio avviso impoverisce tutto e insegna che ci sono persone cattive rafforzando il comportamento per cui si giudica gli altri dalla apparenza senza approfondire. A mio avviso questo è un problema perché nella preadolescenza e nell’infanzia è importante leggere storie dove si mette in luce il punto di vista di tutti in modo da aiutarli ad imparare a mettersi nei panni degli altri e a pensare a come gli altri si sentono. Questo libro non lo fa’ e credo dipenda dall’immaturità dell’autrice che ha una visione infantile del mondo. Poi in genere si dice che i libri per bambini devono essere semplici con buoni e cattivi chiaramente delineati ma non è così, le sfumature infatti aiutano il bambino a imparare a immaginare come si sentono gli altri e stimolano lo sviluppo dell’empatia. Non è neanche vero che a 12 anni non sei in grado di capire un libro più complesso, a quell’età a me facevano studiare Paolo e Francesca di Dante e se ero in grado di capire quella vicenda e se leggevo Shakespeare di sicuro ero anche in grado di capire un romanzo che mostra i punti di vista di tutti. Qui l’incapacità è dell’autrice, non del lettore. -Il fine giustifica i mezzi. Uno dei punti deboli della storia è che i cosiddetti buoni fanno cose orribili ma sono sempre giustificati perché hanno buone intenzioni. Il che è folle, ci sono infatti azioni SEMPRE sbagliate al di là del motivo per cui le fai. I protagonisti invece rubano, pianificano e mattono in atto l’aggressione di un insegnante causandole gravi danni, narcotizzano dei compagni di classe e li rinchiudono in un armadietto,manipolano un professore facendolo ubriacare ( col benestare del preside) e tanto altro ma sono sempre giustificati perché hanno un fine nobile. Questo discorso è sbagliato perché la prepotenza, la manipolazione il furto non devono essere mai giustificati anche quando sono fatti a spese di persone antipatiche, scorrette o maligne. Anche in quel caso non sei autorizzato a diventare aggressivo o a pianificare azioni prepotenti che possono danneggiare gravemente la persona. Questa storia giustifica tutto questo e questo la rende diseducativa. Il motivo di questo è che la storia è concettualmente povera e si basa tutto su un modello educativo basato su premi e punizioni. Accade così che comportamenti come quelli sopra citati che sfuggono alla dicotomia giusto-sbagliato non vengano affrontati correttamente(sono addirittura premiate), queste azioni richiederebbero un adulto che parli al ragazzo portandolo a riflettere su come si sarebbe sentito lui se qualcuno lo avesse fatto addormentare con una pozione per poi rinchiuderlo nudo in un armadietto. Questo tipo di dialogo avrebbe permesso di introdurre nella storia un punto di vista adulto e di fare confrontare i protagonista con una prospettiva diversa e matura creando un confronto profondo, maturo e realistico capace di fare riflettere il lettore e allo stesso tempo dare spessore alla storia. Non succede. In questo modo vengono puniti duramente e colpevolizzati per errori non gravi e vengono premiati per comportamenti antisociali e gravemente sbagliati. Tutto questo perché l’intenzione era buona. Qui si vede tutta l’immaturità dell’autrice che sembra ragionare come una bambina di 12 anni. La storia è ipersemplificata e manca di una prospettiva adulta e matura e questo non viene fatto per i lettori che a 12 anni sono capacissimi di comprendere una storia con personaggi più complessi(a quell’età io leggevo il conte di Montecristo) ma per un limite di un’autrice che segna la storia con la sua infantilità e incapacità di creare qualcosa di intelligente e equilibrato. Se ci ragiona su quello che dice nel libro ci si rende conto che sono contenuti profondamente diseducativi e sbagliati e sono cose che non andrebbero insegnate ai bambini. Poi in genere si dice “è solo un libro” ma la maggior parte delle persone forma le loro opinioni basandosi su libri e telefilm e non su fonti più attendibili. Poi i romanzi hanno un forte potere di suggestione restando impressi nelle mente e influenzandoti. Un mio amico ha iniziato a bere un certo cocktail perché il protagonista di un libro che leggeva lo beveva sempre. Io ho comprato gli anfibi per lo stesso motivo. Allo stesso modo ho imparato da un libro a non avere paura a dire le mie impressioni sulle cose. Ho imparato da un cartone animato a mettercela tutta anche se non ero portata per qualcosa. Voglio dire che i libri ti influenzano soprattutto nella preadolescenza quando sei più malleabile. Anche gli adulti però si lasciano condizionare dai libri. Leggevo un articolo in internet in cui si faceva una classifica delle migliori madri dei libri. Sono rimasta allibita di vedere nella lista Molly Weasley( un personaggio della saga di harry potter) perché è una madre che prende a colpi di scopa i figli, che urla come una pazza isterica, che umilia pubblicamente i suoi figli con strilettere, che manipola i bambini con l’affetto per fargli fare quello che vuole, che sabota i loro tentativi di crescere e mente su quello che sta succedendo sul serio impedendogli di capire la situazioni e fare le scelte giuste. I suoi figli sono tutti problematici: il più grande è anaffettivo e distaccato, al limite con l’autismo; i due gemelli non sanno capire la differenza tra uno scherzo divertente e uno che non lo è, e danno crostatine che fanno sanguinare a dei bambini; Ron, il coprotagonista, è un ragazzo insicuro, complessato, superficiale e incapace di capire le altre persone; la più piccola si sentiva talmente sola e abbandonata da confidarsi con un mago oscuro che arriva a possederla. Eppure una madre così negativa viene inserita in una lista di migliori madri dei libri, com’è potuto succedere? Per il forte potere di suggestione dei libri che ha portato la persona che ha scritto la lista a fidarsi del tono leggero in cui i maltrattamenti di questa donna venivano presentati finendo per sottovalutato la gravità delle azioni di questa persona. Se è successo con un adulto figuriamo con un bambino e questo è il motivo per cui questo libro è inappropriato per i bambini e assurdamente negativo. Tra l’altro mi ha sorpreso leggere di molti adulti che non davano peso alle azioni di certi adulti del libro appartenenti ad un’associazione criminale composta da assassini seriali. Tutto questo perché nel libro le loro azioni vengono trattate superficialmente e non si pone abbastanza l’accento sulla gravità di quello che fanno. Se questa cosa trae in inganno gli adulti che scambiano per positivi personaggi tutto meno che equilibrati e coretti, ancora peggio sarà per dei bambini che non percepiranno la gravità di certe azioni non comprendendone la cattiveria. In ogni caso ancora si vede il potere di suggestione dei libri che possono portare un adulto a giustificare un serial killer perché il libro non lo fa’ percepire così. -adulti infantili che scaricano i loro problemi sui bambini. Gli adulti di questa saga sono tutti puerili e incapaci di gestire i problemi che si presentano nella scuola, per questo il protagonista è costretto a farsi carico dei problemi adulti trovando soluzioni che i grandi non vedono e non sono capaci di trovare. Gli adulti non intervengono mai a risolvere i problemi e Potter deve fare le cose al loro posto perché loro incompetenti, inaffidabili, negligenti e immaturi. Già questo fa’ capire l’immagine degli adulti che questa autrice da’: non persone organizzate, affidabili e grado di gestire le situazioni con saggezza e maturità ma dei bambinoni che mancano di risolutezza e prontezza e che lasciano accadere le tragedie per quieto vivere e negligenza. In aggiunta a questo spesso gli adulti scaricano le loro tensioni sui bambini comportandosi in maniera vigliacca e ingiusta. Un personaggio in particolare ( Piton) si vendica sul bambino delle angherie subite da padre del protagonista, lo accusa inoltre di essere felice della morte dei suoi genitori per via della popolarità che questa gli ha dato. Una cosa meschina da dire ad un orfano. Anche Lupin rinfaccia ad Harry la morte dei suoi genitori accusandolo di essere imprudente e di vanificare il loro sacrificio. Rinfacciare la morte di qualcuno è una cosa terribile perché l’orfano tende già a colpevolizzarsi ed più insicuro dei coetanei e non è giusto fare leva su queste emozioni per controllarlo. Se non voleva che fosse imprudente poteva semplicemente spiegargli che a 13 anni non aveva la forza di combattere con un mago oscuro e che provandoci avrebbe potuto rischiare di morire o ferirsi. Spiegargli cioè il motivo per cui non voleva che facesse quella cosa senza manipolarlo e rinfacciargli la morte dei suoi genitori che è una cosa crudele che ferisce. Lui non ha avuto questa sensibilità. In generale gli adulti di questa saga non sono ricettivi verso i bisogni dei bambini, non provano a contenere il bullismo e lasciano il protagonista in balia di zii maltrattanti. Lo fanno anche dopo che lui è stato torturato e a visto morire un compagno di scuola. Quindi da una parte lo obbligano a farsi carico cose che sarebbero responsabilità degli adulti dall’altra non sono presenti quando lui ha bisogno di loro. E’ una visione negativa del mondo degli adulti. Sarebbe stato molto meglio se lei fosse riuscita a parlare di adulti disponibili e amichevoli, capaci di supportare e essere presenti per insegnare ai lettori e rivolgersi agli adulti quando si ha un problema. Invece no, insegna che i bambini possono contare solo su stessi e che gli adulti sono più preoccupati di fare rispettare le regole che di ascoltarti, capirti, spiegarti le cose e esserci per te quando hai bisogno di loro. No comment. -preadolescenti sfaticati e senza interesse. Il protagonista di questo libro viene bocciato in tre materie, lascia la scuola a 17 anni, fa’ sempre i compiti all’ultimo ed è svogliato. La sua amica studia solo per mettersi in mostra e avere l’approvazione degli insegnanti, è ottusa e impara le cose a memoria senza essere capace di fare ragionamenti personali. Ron non ha voglia di fare niente e non è bravo in nulla. Ora io non dico che il protagonista dovrebbe essere un secchione però sarebbe stato carino se fosse stato un ragazzo che è molto bravo nelle materie che gli piacciono, vederlo magari approfondire qualcosa, scoprire nuove cose e appassionarsi allo studio e al senso di scoperta che gli da’. Alle medie ero così, adoravo la tecnologia e l’italiano e le facevo con piacere. Mi chiedo perché non delineare un personaggio che vive lo studio con interesse e a cui piace imparare e approfondire soprattutto le materie che lo appassionano. Sarebbe stato un bellissimo esempio per i ragazzi invece di un protagonista sfaticato che fatica a fare tutto e non ha voglia di fare nulla. Facendo tutto male. Qui si visione la visione negativa dell’autrice riguardo i preadolescenti. La maggior parte non sono come li descrive lei. Molti ragazzi che ho conosciuto vivevano le medie senza drammi o problemi di voti e erano al contempo persone socievoli e normali. L’idea che in quella età non si possa essere giudiziosi è a mio avviso un pregiudizio di chi non conosce i ragazzi e li vede sotto una luce negativa. Sarebbe stato bello se lei fosse stata capace di andare oltre e delineare un protagonista un po’ meno sfaccendato e indolente e con un po’ più di voglia di fare. D’altra parte una scuola di magia non è una scuola normale ed è logico che susciti più entusiasmo della scuola classiche perché le lezioni sono più dinamiche e la magia è affascinante. Invece ci troviamo un protagonista senza voglia di far nulla, pigro, svogliato e che se la cava sempre per fortuna e non capacità. Ho fatto un riassunto delle parti che mi hanno colpito ma tutta la storia è intrisa di stereotipi e luoghi comuni. Dal ragazzino che diventa bullo perché gli regalano troppi giocattoli e non sanno dirgli di no, al preside che lascia un bambino in mano a persone abusanti per evitare che si monti la testa per via della notorietà che aveva per aver ucciso un mago oscuro da piccolo. E’ tutto un insieme di cose negative che attraverso l’esagerazione vengono mascherate da cose divertenti. Io ci vedo un libro non adatto ai bambini che insegna cose sbagliate. Se sono troppo seria non so ma credo che i libri influenzino le persone e che per questi vadano vagliati con più cura. La storia è anche interessante e se fosse stata scritta da una persona più matura e saggia sarebbe stata bellissima invece è una cosa di bassa qualità che si vende solo perché è di facile lettura e la gente non vuole cose impegnative. Il messaggio che passa è fortemente sbagliato e non credo che lo farei mai leggere ad un dodicenne. |
Autore: | smilla [ mercoledì 13 ottobre 2021, 9:52 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La pedagogia nera di harry Potter |
Completamente d'accordo con te! Io, pur essendo una lettrice onnivora e compulsiva, non sono mai riuscita a leggere un Harry Potter fino in fondo e forse i punti che tu hai focalizzato sono le cose che mi disturbano nella lettura di questi libri |
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