A chi ha già letto il libro vorrei chiedere cosa è piaciuto di più e perchè; altrimenti, se queste frasi vi suscitano qualche riflessione, saremmo felicissimi di discuterne con tutti voi

Dall'Introduzione per le edizioni europee:
L'unico meccanismo di base per trasmettere i propri valori e la propria cultura è il desiderio ardente del bambino di restare accanto ai genitori e somigliare loro.
Dalla Nota al lettore:
Gordon e io abbiamo scritto “I vostri figli hanno bisogno di voi” con l’intenzione radicale di risvegliare i naturali istinti di cura e accudimento dei genitori; se il nostro libro riuscirà nell’intento, molto di ciò che oggi viene percepito e considerato come saggio buon senso in merito alla crescita e all’educazione dei figli, sarà completamente capovolto.
Dal cap. 1 "I genitori contano più che mai":
• Esiste un tipo indispensabile di relazione, molto speciale, senza la quale non si possono fondare solide basi per la cura e l’accudimento dei figli. Gli esperti dell’età evolutiva la chiamano relazione di attaccamento. Affinché un bambino sia ricettivo verso le cure prodigate da un genitore o un adulto, deve avere sviluppato un vivo attaccamento nei confronti di quest’ultimo, desiderandone il contatto e la vicinanza. All’inizio della vita, questa ricerca di contatto e di intimità è soprattutto fisica – il bambino si aggrappa letteralmente al genitore e ha bisogno di essere tenuto fisicamente. Se tutto si svolge come previsto, l’attaccamento evolverà in una vicinanza emotiva e, infine, in un senso di intimità psichica.
• Il segreto dell’essere genitori non risiede tanto in ciò che un genitore fa, quanto in ciò che un genitore è per il proprio figlio.
• La relazione di attaccamento verso il genitore deve durare almeno per tutto il tempo che serve al bambino per crescere, ciò che è sempre più difficile nel mondo di oggi.
• Anche una relazione all’inizio forte e piena può essere minacciata quando i nostri figli entrano in contatto con un mondo che non è più in grado di apprezzare e rinforzare tale legame
• Come un magnete si rivolge automaticamente verso il Nord, così i bambini hanno un bisogno innato di trovare l’orientamento volgendosi verso una fonte di autorevolezza, contatto e calore; non sopportano l’assenza nella loro vita di una tale figura di riferimento: quello che chiamo vuoto di orientamento è per loro insostenibile.
• Ciò che è innaturale non è il contatto con i coetanei, bensì il fatto che questi siano dovuti diventare coloro che esercitano l’ascendente dominante sulla crescita e lo sviluppo dei bambini stessi.
• Se interrogati sulla definizione di sé stessi, molti bambini oggi non fanno alcun riferimento ai genitori, quanto piuttosto a categorie e aspettative proprie di altri bambini e del gruppo di coetanei cui appartengono. Il mutamento avvenuto p estremamente cruciale: per troppi bambini, oggi, i coetanei hanno sostituito i genitori nella formazione del nucleo della personalità.
• Nelle relazioni tra coetanei è del tutto assente l’amore incondizionato e l’accettazione, il desiderio di prendersi cura dell’altro, la capacità d superare sé stessi per il bene altrui, il desiderio di sacrificarsi per lo sviluppo e la crescita dell’altro.
• “Ma non dovremmo lasciarli andare?”, chiedono molti genitori, “i figli non dovrebbero essere autonomi e indipendenti?”. Certamente! Ma solo dopo aver portato a termine il nostro lavoro di genitori e solo affinchè possano essere realmente sé stessi!
• Per avere cura dei nostri figli, dobbiamo reclamarli a noi e assumerci il compito di provvedere ai loro bisogni di attaccamento.
• La buona notizia è che la natura è dalla nostra parte. I nostri figli desiderano appartenerci, anche se non lo sanno o non lo percepiscono, e persino se le loro parole o azioni sembrano indicare l’opposto. Possiamo reclamare il ruolo che ci è proprio di custodi e mèntori.
Dal cap. 2, "Attaccamento sviato e sovvertimento degli istinti"
• Il bambino piccolo cerca ardentemente di essere benvoluto e di suscitare approvazione, ed è sensibilissimo agli sguardi di biasimo e di disapprovazione: vive per l’espressione sorridente nel volto di coloro a cui è legato. I bambini orientati ai coetanei fanno la stessa cosa, ma il volto che vogliono illuminare è quello dei loro coetanei.
• Data l’importanza centrale dell’attaccamento nella psiche del bambino, chiunque stabilisca con lui l’attaccamento maggiore, avrà anche l’influenza maggiore sulla sua vita.
• Nulla è neutrale nell’attaccamento, e fintantoché il bambino è governato dall’attaccamento, sulle relazioni ricadrà la responsabilità maggiore. L’attaccamento divide il mondo del bambino fra coloro che ama e coloro verso i quali è indifferente, quelli da cui è attratto e quelli che lo ripugnano, coloro cui avvicinarsi e quelli da evitare.
Dal cap. 3, "Perchè si è spezzato il legame"
• Nella nostra società l’ordine naturale delle cose è stato completamente sconvolto: sin dalla più tenera età, esponiamo fiduciosi i nostri figli a molte situazioni e interazioni che incoraggiano l’orientamento ai coetanei. Promuoviamo inconsapevolmente proprio quel fenomeno che, a lungo andare, eroderà le uniche solide fondamenta su cui poggiare un sano sviluppo infantile, ossia l’attaccamento dei bambini agli adulti che ne sono responsabili.
• Per quanto possa sembrare sorprendente, gli educatori della prima infanzia, gli insegnanti e gli psicologi – per non parlare dei medici e degli psichiatri – molto di rado sono stati istruiti sull’attaccamento.
• Se dobbiamo condividere con altri il compito di crescere i nostri figli, abbiamo bisogno di costruire il contesto giusto affinchè si possa realizzare, creando ciò che chiamo un villaggio di attaccamento, ossia diverse relazioni con adulti in grado di prendersi cura dei nostri figli per rimpiazzare ciò che è andato perduto.
• L’incessante sradicamento ci ha resi anonimi, creando esattamente l’antitesi del villaggio di attaccamento; i nostri figli non possono essere accuditi da persone di cui a stento conosciamo il nome.
• A causa dei conflitti coniugali che precedono il divorzio, i vuoti di attaccamento possono prendere forma molto prima del divorzio stesso. Quando i genitori perdono il sostegno emotivo reciproco o sono preoccupati per la loro relazione, diventano meno disponibili per i bambini che, privati del contatto emotivo con gli adulti, si rivolgono ai coetanei. Inoltre, in condizioni di stress, è una tentazione per gli stessi adulti cercare sollievo alle responsabilità dell’accudimento, e uno dei modi più semplici per farlo è incoraggiare l’interazione con i coetanei. Quando i bambini sono in compagnia gli uni degli altri sono molto meno esigenti con i genitori.
• Anche i giochi sono diventati elettronici; sono sempre stati uno strumento culturale per collegare le persone tra di loro, soprattutto i bambini agli adulti. Ora invece sono attività solitarie, guarati in parallelo con le telecronache sportive o fatti in solitudine al computer.
• Questa nuova meravigliosa tecnologia sarebbe uno strumento positivo molto potente per facilitare il contatto tra adulti e ragazzi – come ad esempio nel caso in cui facilita la comunicazione con i genitori degli studenti che vivono lontano da casa – ma, lasciata senza controllo, promuove l’orientamento ai coetanei .
Dal cap. 4, "La perdita di potere dei genitori"
• Nella discussione che stiamo affrontando sulla genitorialità e l’attaccamento, il potere è inteso nel senso della spontanea autorevolezza che serve per fare i genitori. Quella spontanea forma di autorevolezza che non nasce dalla coercizione o dall’uso della forza, bensì da una relazione appropriata e in sintonia con il bambino.
• Il potere dei genitori non risiede nelle tecniche, per quanto bene intenzionate, bensì nella relazione di attaccamento.
• Fare i genitori dovrebbe essere qualcosa di naturale e intuitivo, ma ciò può realizzarsi solo se il bambino è strettamente attaccato a noi. Per riconquistarsi il potere di fare i genitori dobbiamo far sì che i nostri figli tornino a dipendere completamente da noi, non solo una dipendenza fisica, ma anche psicologica ed emotiva, così come è sempre stato previsto dalla natura.
Dal cap. 5, "Da aiuto a ostacolo: quando l'attaccamento lavora contro di noi"
• Il disastro maggiore prodotto dall’orientamento ai coetanei è l’appiattimento della naturale gerarchia genitore-figlio: i genitori perdono l’autorità e il rispetto che, nell’ordine naturale delle cose, sono legittimamente propri del loro ruolo dominante.
• L’attenzione segue l’attaccamento: più forte è l’attenzione, e più è facile assicurarsi l’attenzione del bambino.
• La nostra società è talmente sottosopra che potremmo davvero arrivare ad apprezzare il desiderio di separazione del bambino più del suo istinto a restarci accanto.
• Il bambino accetta come suo modello solo coloro a cui è fortemente attaccato. E’ l’attaccamento che rende il bambino desideroso di somigliare a un’altra persona, di assumerne le caratteristiche.
• Se un bambino fa il “cattivo”, è la relazione che dobbiamo correggere e non il bambino.
• I bambini non interiorizzano i valori, cioè non li fanno propri, fino all’adolescenza. Perciò la variazione del comportamento non significa mutamento dei valori, ma solo che la direzione degli istinti di attaccamento ha mutato corso.
Dal cap. 6 "Controvolontà: perchè i bambini diventano disubbidienti"
• La controvolontà è una resistenza automatica e istintiva in risposta alla sensazione di essere stati in qualche modo forzati. Scatta ogni volta che una persona si sente controllata o pressata, costretta a eseguire gli ordini di qualcun altro. Fa la sua apparizione più drammatica nel secondo anno di vita, i cosiddetti terribili due anni (se i bambini di due anni potessero inventare etichette del genere, probabilmente descriverebbero i loro genitori come coloro che stanno attraversando i “terribili trenta”).
• Per la maggior parte dei bambini con un buon attaccamento, la controvolontà resta un’esperienza ripetuta ma passeggera, circoscritta a quelle situazioni in cui la forza che l’adulto esercita nel tenere il bambino entro un certo limite è maggiore del potere conferitogli dall’attaccamento in quella determinata circostanza.
Dal Cap. 7, "L'encefalogramma piatto della cultura"
• La cultura generata dall’orientamento ai coetanei è priva di saggezza, non protegge i suoi membri da sé stessi, crea solo mode passeggere, e adora idoli vuoti di valore e significato. Simbolizza solo l’ego non sviluppato di giovani immaturi e distrugge gli attaccamenti fra genitori e figli.
Dal cap. 8 "La pericolosa fuga dai sentimenti"
• Lo scherno e il rifiuto dei coetanei bruciano, ma non dovrebbero ferire tanto a fondo, né essere così devastanti. Il profondo abbattimento di un bambino escluso rivela un problema di attaccamento molto più serio che un problema di rifiuto da parte dei coetanei.
• L’amore, l’attenzione e la sicurezza che solo gli adulti possono offrire liberano i bambini dal bisogno di rendersi invulnerabili e ripristinano in loro quella capacità di vivere intensamente e avventurosamente che non potrà mai scaturire da attività rischiose, sport o droghe.
Dal cap. 9, "Prigionieri nell'immaturità"
• Per promuovere l’indipendenza, dobbiamo prima invitare alla dipendenza; per favorire l’individuazione è necessario fornire un senso di appartenenza e di unità; per aiutare il bambino a separarsi, dobbiamo prenderci la responsabilità di tenerlo stretto a noi. Lo aiutiamo a staccarsi se gli offriamo più legame e contatto di quanto lui stesso non chieda.
• Quando l’attaccamento ai coetanei diviene la prima preoccupazione., l’individualità deve essere sacrificata. Al bambino immaturo un tale sacrificio non può che apparire giusto. Modificare la propria personalità, svilire l’espressione di sé, sopprimere tutte le opinioni o i valori contrastanti sembra il modo naturale di procedere.
Molte altre parti sarebbero state meritevoli.. diciamo che mi sono "limitata"
