Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Scambi di idee sulle letture che ci fanno riflettere. Un'area di confronto in cui discutere degli articoli pubblicati sul sito e degli autori che, in bene o in male, hanno destato il nostro interesse.

Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Caterina C » venerdì 16 aprile 2010, 15:51

Chi lo desidera può commentare qui il nuovo articolo pubblicato su NTIS.
Ringraziamo molto sole per aver proposto e tradotto questo articolo: http://www.nontogliermiilsorriso.org/drupal/node/324! :) :clap:
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gor

Messaggioda melidi7 » venerdì 16 aprile 2010, 16:22

sììììì! è un articolo bellissimo! scritto dal punto di vista del bambino, porta il lettore al suo vissuto d'infanzia.
grazie! un inchino di gratitudine
:clap: :clap: :clap: :rosen: :rosen: :rosen: :clap: :clap:
: Thanks :
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gor

Messaggioda simonaoli » venerdì 16 aprile 2010, 18:06

grazie sole :) :clap: :clap: :clap:
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda sole » sabato 17 aprile 2010, 9:35

mi fate arrossire!!!! :oops: :-D : Love :
sono contenta che sia utile a tutt* noi

buon we!
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda pimpa » sabato 17 aprile 2010, 12:33

Un grazie enorme anche da parte mia! :-D :-D :clap: :clap: :clap: :clap:
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda FRA » sabato 17 aprile 2010, 12:45

Io alcuni punti li commento così, interpretando secondo quello che potrebbe essere il bisogno mal soddisfatto di riconoscimento, come la molla di un sistema di azione - razione, cioè reattività del bambino:

1 - “I bambini non solo hanno bisogno di punizioni, ma le desiderano” =
I bambini non hanno bisogno di punizioni, ma le desiderano (perché hanno imparato / sono abituati ad essere riconosciuti così dai genitori punitivi).

2 - “I bambini di fatto vogliono ciò che arriva loro, di buono o cattivo, perché la giustizia è sicurezza” =
……….. perché qualunque cosa sia (che arriva), nel bene o nel male è sempre meglio di niente

3- “La punizione prova ai bambini che i genitori li amano” =
la punizione prova ai bambini che i genitori li riconoscono e che per loro esistono (seppure in senso negativo)
= 'bisogno di esistere e di essere comunque 'riconosciuti'

4 - “Il bambino che sa di meritare una sculacciata, sembra quasi sollevato quando finalmente arriva”:
soprattutto visto che se l’è cercata lui, in attesa di un riscontro genitoriale (quello appunto a cui è abituato di solito)

… e così di seguito.

Ci vedo, cioè, persino qualcosa di paradossalmente vero in questo ritenere che in fondo i bambini, non desiderano, o accettano o hanno bisogno delle punizioni in sé, quanto le provocano una volta entrati a far parte di un meccanismo perverso, creato dalle punizioni stesse, che li rende parte attiva del processo vizioso in cui sono coinvolti loro malgrado: in cerca di essere riconosciuti, nel bene o nel male e di essere 'confermati' nei loro modi negativi di 'manifestarsi'
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda lu74 » sabato 17 aprile 2010, 12:55

che bell'articolo grazie!! l'ho subito condiviso su fb!!

FRA, da neofita totale il tuo intervento mi ha fatto scattare in mente un ulteriore riflessione ..."Ci vedo, cioè, persino qualcosa di paradossalmente vero in questo ritenere che in fondo i bambini, non desiderano, o accettano o hanno bisogno delle punizioni in sé, quanto le provocano una volta entrati a far parte di un meccanismo perverso, creato dalle punizioni stesse, che li rende parte attiva del processo vizioso in cui sono coinvolti loro malgrado: in cerca di essere riconosciuti, nel bene o nel male e di essere 'confermati' nei loro modi negativi di 'manifestarsi'" ... --> è per questo che le punizioni e le sculacciate spesso servono solo a far reiterare tali comportamenti ai bimbi?? si può entrare in un circolo vizioso anziché uscirne? poi forse dipende anche dal carattere dei bimbi ...
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Fagiolina » sabato 17 aprile 2010, 14:53

Articolo molto bello e interessante... ma a me mette un po' in difficoltà: infatti, poiché sto scorgendo da qualche tempo a questa parte qualche "ribellione" di questo genere da mio figlio, potrebbe essere una sua reazione al mio controllo?
Il fatto è che io non mi rendo molto conto di cosa sia controllo e di cosa sia, diciamo così, sopravvivenza.
Un esempio? Stamattina ho portato mio figlio ad un museo di bambini dove loro possono scatenarsi, toccare tutto, insomma, giocare senza "no" e senza regole.
Poi però, andando a vedere bene, le regole c'erano e come, soprattutto quelle del vivere "sociale": ho portato mio figlio apposta in un posto per lasciarlo libero di giocare e fare tutto quello che voleva e invece ho dovuto dire dei no: era da un quarto d'ora seduto sul camion dei pompieri e ad un certo punto si è formata la fila di bimbi che volevano salire... ho provato in ogni modo a distrarlo con un altro gioco e fargli capire la "condivisione" ma niente, così ho dovuto mio malgrado prenderlo di forza e lui si è arrabbiato moltissimo (e ci credo!). Torniamo dopo un po' per risalirci e ci stava un bimbo che ci sarà rimasto veramente 1 ora e nonostante fossimo là ad aspettare né lui né un suo genitore si sono preoccupati di mio figlio; lui ha cominciato a piangere perché si è reso conto che prima aveva dovuto rinunciare per gli altri e adesso gli altri non si curavano di lui... e allora sono intervenuta io e ho fatto notare alla mamma del bimbo che stava su da un po' troppo tempo e se potevano alternarsi: lei mi ha risposto seccamente "beh se ci sta da troppo tempo allora vuol dire che il gioco deve finire" ma l'ha detto per farmi sentire io la madre PN che aveva stabilito che il gioco del figlio fosse finito... Beh, sapete che vi dico, non sono sicura di voler continuare ad essere "empatica" ma forse porrò al centro delle mie priorità mio figlio e basta, visto che intorno a me fanno tutti così.

Scusate, forse ho messo troppa carne al fuoco, il fatto è che mi sento confusa, mio figlio mi sta dando ultimamente dei segnali di "insofferenza" e credo sia insofferenza al controllo e io non so cosa fare esattamente. Ieri gli ho proprio chiesto se era arrabbiato con me e lui ha ammesso di si: gli ho chiesto perché ma lui non mi ha risposto, allora gli ho suggerito "forse sei arrabbiato quando la mamma dice no?" e lui mi ha risposto di si, mi ha detto "basta no".
Come posso fargli fare tutto quello che vuole? Aiuto...
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Silvia D. » sabato 17 aprile 2010, 16:39

Il discorso del controllo è un senso di potere: esercitare il nostro maggior potere per costringere a fare cose. Questo non fa mai piacere a nessuno, grandi o piccoli che siano.

Per quanto riguarda la scena del camion dei pompieri, quel frangente ha sicuramente causato grande frustrazione a entrambi!
La prima volta, quando per cedere il posto al prossimo in fila hai fatto scendere il tuo bimbo, come ti sei sentita? Come lo hai manifestato? E lui come ha manifestato i suoi sentimenti?
La seconda volta, di fronte a quell'abuso, sento sulla mia pelle il senso di ingiustizia e purtroppo sono situazioni troppo comuni. Però trovo la tua reazione estremamente civile e di ottimo esempio al tuo bambino. E' da questi esempi che i bambini imparano a rispettare le esigenze altrui, non certo da chi (come quella mamma) le prevarica a proprio unico beneficio. Volendo ne potreste riparlare, quando ti sembrerà abbastanza in grado di seguire il discorso, e dire che se tutti facessero come te ci sarebbe meno coda. oppure un timer così ognuno ci sta poco ma si fa anche poca fila! Oppure.. e via un po' di idee per portare civiltà in un mondo come il nostro, a partire dalle piccole cose e dai nostri piccini che sono il nostro futuro..

Ti sento comunque un po' preoccupata per la mancanza di sintonia che in questo periodo in qualche momento traspare: ti va di parlarne? In quali momenti, per quali ragioni?
Motivi di scontro, purtroppo, per piccoli che siano ce ne sono a bizzeffe nella convivenza delle persone: basti pensare tra noi grandi, tra i coniugi stessi, i parenti, ecc., ma forse tuo figlio ha bisogno di sentirti più vicina ai suoi sentimenti quando è arrabbiato? (ad es. dicendogli che capisci che è arrabbiato perchè non può fare questa cosa che vorrebbe tantissimo, che lo capisci che è una cosa bellissima, ma purtroppo c'è questo inconveniente.. che si sfoghi pure, che lo capisci, che non ti faccia male per favore sfogandosi ma che esterni pure, va bene, poi cercate una via di mezzo, se ci fosse...)

Dicci, se ti va!

Per ora scappo che si è svegliato il pulcino : Love :
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Silvia D. » sabato 17 aprile 2010, 16:45

FRA ha scritto:4 - “Il bambino che sa di meritare una sculacciata, sembra quasi sollevato quando finalmente arriva”:
soprattutto visto che se l’è cercata lui, in attesa di un riscontro genitoriale (quello appunto a cui è abituato di solito)'


è un tipo di attenzione anche quella, per dolorosa che sia. E i bambini letteralmente muoiono dal bisogno di attenzione da parte nostra. Se si esplica con i baci anzichè con i lividi, si insegna loro che i lividi non possono mai essere intesi come veicolo di amore. Altrimenti potrebbero capire il contrario e pensare di dimostrare così, quando a loro volta saranno grandi, quanto bene vogliono a chi hanno vicino.. :sob:
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda FRA » sabato 17 aprile 2010, 19:55

è per questo che le punizioni e le sculacciate spesso servono solo a far reiterare tali comportamenti ai bimbi??


sì,Lu, anch'io intendevo proprio qualcosa del genere
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Fagiolina » sabato 17 aprile 2010, 21:58

Grazie Silvia per il tuo conforto e il tuo ascolto empatico... si in effetti è un periodo difficile, sono da 2 settimane da sola perché mio marito è in Afghanistan (è in volo su Roma in questo momento :-D ) e forse la preoccupazione e non avere un "cambio" nei momenti difficili ha portato un po' di stress nella mia vita.
Però mi sono anche accorta che ho un modo di fare che forse potrebbe esasperare il mio bambino e vorrei cambiare. Pensate che oggi ero talmente giù per questo fatto che ho iniziato a leggere "Le parole sono finestre oppure muri" per trovare un'alternativa alla mia comunicazione, con mio figlio ma anche con gli altri.
Sono una persona troppo idealista, che è sempre alla ricerca di un senso di giustizia nel mondo ma che non lo trova, perché è evidente, non c'è, molto è legato al caso e le cose che succedono succedono e basta, purtroppo non capitano sempre le cose belle a chi se le merita. E questa sensazione è molto frustrante per me, tanto che spesso divento insopportabile con gli altri perché mi ribello alle cose che accadono.
Oggi per esempio, un po' ancora infastidita dall'episodio del camion dei pompieri, quando siamo andati via con l'auto ho avuto un alterco con una signora che stava entrando. Questa aveva bloccato l'uscita perché l'idiota (tra l'altro dotata di macchinone ultra costoso) non aveva "intuito" che per entrare nel parcheggio dovesse spingere il pulsantino per il tagliando e pretendeva che la sbarra si alzasse per volontà divina. Io le ho suggerito come fare e lei che fa? Scende dall'auto e preme il pulsante ma il tempo di arrivare al volante, la sbarra era ritornata giù. E continua... invece di abbassare il finestrino riscende dall'auto, ripreme il pulsante, prende un secondo biglietto e torna in auto ma la sbarra si richiude e lei ancora bloccata. Scena da film...
E io con mio figlio in auto legato vicini all'ora di pranzo... non ce l'ho fatta più, anche perché in tutto questo siparietto lei parlava da sola e faceva la stupida dando spettacolo, ha fatto scendere i suoi figli con tanto di borse, chiacchierava con loro mentre si allontanavano, il tutto davanti alla decina di macchine ferme ad aspettare lei. Esasperata le ho fatto segno di sbrigarsi e le ho suggerito di abbassare il finestrino invece di scendere dall'auto e lei ha cominciato ad inveirmi contro chiamandomi maleducata e urlando che sapeva lei come prendere il biglietto....
Insomma, sono passata io dalla parte del torto, tutti passavano e mi guardavano come se fossi "una strana".
E allora ho fatto un po' di autocritica e mi sono chiesta se le cose sarebbero andate in un altro modo se io avessi usato una CNV. Il problema è questo: la CNV ti aiuta ad esprimerti in modo più empatico, ma chi mi insegna a sentirla veramente l'empatia? Mi spiego, io quella donna là l'avrei impallinata e chiamatemi pure "crudele" ma non mi andava proprio di essere empatica con lei, perché ti presenti nel mondo tutta acchittata e sei prepotente e pensi che tutto il mondo debba stare ad aspettare te e sei pure un'idiota demente!! Ecco, come si fa a diventare empatici nel cuore, non solo nel comunicare? La mia preoccupazione è si nei confronti degli altri ma soprattutto con mio figlio, che esempio do? che aria gli faccio respirare, questo astio che a volte manifesto verso gli altri?
Ci vorrebbe una risposta di Mel, l'esperta di CNV...
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Roberta » sabato 17 aprile 2010, 22:18

mi accodo pure io ai ringraziamnti, l'articoolo è davvero interessante. E si credo che se le uniche attenzioni date ai bimbi siano quando "combinano" qualcosa, per forza di cose ne faranno sempre peggio per farsi considerare.

Fagiolina anche io pecco di pochissima empatia verso gli adulti, non sei da sola!
Non esiste una strada verso la felicità. La felicità è la strada
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda FRA » domenica 18 aprile 2010, 8:36

cara fagiolina,
non so come aiutarti ad essere empatica non solo con le parole, perché a me capita di essere a volte empatica e a volte no e credo che molto dipenda anche da chi abbiamo di fronte (cioè anche da come si pone l'altro, no?)

quello che volevo dirti è che secondo me (da quello che ho letto) sei in un periodo che ti senti davvero molto sola e molto stanca e in difficoltà a comunicare anche con te stessa, per cui ogni cosa ti sembra assolutamente prioritaria, ma non sai perché e quindi ti mette ansia

in una situazione come quella del parcheggio, ti posso suggerire solo un escamotage (se ti riesce): se proprio non riesci ad aiutare un'imbranata del genere, almeno cerca di vedere il lato comico (a me è venuto molto da ridere nell'immaginarmi la scena) e aspetta pure a vedere che succede quando perdono la calma quelli che stanno dietro di te a fare la fila , visto che non eri sola…

insomma, come dico spesso io: fregatene almeno un po’, quando puoi e ridici pure sopra… se ti riesce
fermo restando che è necessario sempre un minimo residuo di calma per poterne trarre profitto e come sempre dipende dal tuo grado di stanchezza o meno e soprattutto di empatia verso te stessa – più che verso gli altri…

per cui : :abbraccione
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda melidi7 » domenica 18 aprile 2010, 21:46

Fagiolina ha scritto:Ci vorrebbe una risposta di Mel, l'esperta di CNV...


cara Fagiolina,
mi sento felice ma allo stesso tempo a disagio che mi "chiami" in soccorso...felice perche è importante per me essere ricordata e presa in considerazione, e anche condividere e contribuire in qualche modo alla Vita --insomma! è bello sapere che quello che ho dentro di me è importante anche per altri...grazie : Love :

poi mi sento un po a disagio perche non penso di essere un "esperta" di CNV anzi!... e ho un forte desidero di essere vista come sono, piena di momenti di grosso dubbio come agire, vorrei che ricordi che agisco anche spesso in modi diversi da come vorrei, ...che insomma sono umana come tutti :hahaha:

nelle tue 2 lettere ci sono diversi aspetti che vorrei toccare:
-e ce in primis questo grandissimo desiderio di guardare il tuo modo di rapportarti con il tuo figlio.
-ci sono due episodi particolari che vorresti ripassare con orecchie e occhi diversi (attraverso una lente CNV
-ce l'aspetto teorico/filosofico CNV di come si puo applicare cnv nella vita reale...e soprattutto, come si riesce a sentirela veramente da dentro, e non semplicemente come parole vuote)

Articolo molto bello e interessante... ma a me mette un po' in difficoltà: infatti, poiché sto scorgendo da qualche tempo a questa parte qualche "ribellione" di questo genere da mio figlio, potrebbe essere una sua reazione al mio controllo?
Il fatto è che io non mi rendo molto conto di cosa sia controllo e di cosa sia, diciamo così, sopravvivenza.
Un esempio? Stamattina ho portato mio figlio ad un museo di bambini dove loro possono scatenarsi, toccare tutto, insomma, giocare senza "no" e senza regole. Poi però, andando a vedere bene, le regole c'erano e come, soprattutto quelle del vivere "sociale": ho portato mio figlio apposta in un posto per lasciarlo libero di giocare e fare tutto quello che voleva e invece ho dovuto dire dei no

Fagiolina, forse senti preoccupata e triste quando vedi in lui comportamenti che parlano fortemente del suo bisogno di autonomia e non sai come offrirgliene di più di quanta offri già... desideri tanto poter dargli piu spazio, offrendolo considerazione e sostegno per il suo bisogno (naturale e legittimo) di autonomia ma allo stesso tempo ti senti in difficoltà...anzi forse frustrata o esasperata perche è altrettanto importante per te includere e considerare gli altri persone che ci si incontra nella vita giorno in giorno ...

era da un quarto d'ora seduto sul camion dei pompieri e ad un certo punto si è formata la fila di bimbi che volevano salire... ho provato in ogni modo a distrarlo con un altro gioco e fargli capire la "condivisione" ma niente, così ho dovuto mio malgrado prenderlo di forza e lui si è arrabbiato moltissimo (e ci credo!).


speravi che in questo luogo dedicata ai bambini di poter lasciarlo giocare senza dei no (una bella strategia per dare spazio alla sua voglia di autonomia) invece quando notavi che la coda dei bambini si stava allungando ti è sentita un po impaziente? e forse un pochino nervosa? cominciavi a preoccupare per i bimbi e i loro genitori che stavano li ad aspettare?

in situazioni così, quello che cerco di fare è *in primis* parlare a me stessa--mi do un po di ascolto ai pensieri che mi girano in testa e mi do dell'empatia e così facendo riesco ad entrare in contatto con le mie "radici"-- i bisogni a me più cari?

Un esempio simulato...(ma caspita quante volte mi è successo!)
me (prendo un respiro profondo, parlando a me stessa): Uffa, volevo che G. poteva giocare finche voleva ed ecco che ci sono già bambini che aspettano da un bel po...e caspita, i loro genitori sembrano stanchi di aspettare chissà cosa pensano che non lo porto via...ah, vorrei proprio un po di tranquillità per mio bimbo...ma vorrei anche rispettare gli altri famiglie--ricordare i bisogni degli altri è importante per me...ma anche ricordare i bisogni di G. anche... e caspita noto che sono quasi più preoccupata per loro che per G... adesso provo a parlargli...
"senti G...ti stai proprio divertendoti con questo camioncino, vero? "
G: "sìsì, proprio bello--sono pompiele io."
Me: "vedo! " (e lo lascio giocare un po ancora, dandogli empatia ed entrando nella celebrazione suo di gioire nel suo gioco.
Poi provo di esprimermi: " Guarda G, vedo tanti bambini che stanno li, in coda aspettando di divertirsi con i treni." (aspetto che guarda...) respiro...Mi sento perplesso, G...non so cosa fare: vedo questi bimbi che aspettano e vorrei che potessero provare anche loro per un po....
(se ho ancora la sua attenzione, procedo con una richiesta): che ne dici? ti va di giocare un po con (...x y z...)?
G: (il mio piccolo gio, perche è molto fiducioso che se lui dice di no, lo rispetto, probabilmente lascerebbe subito il camioncino per altri bimbi...ma se fosse una giornata "no" potrebbe andare ancora avanti): Io non voglio scendere. E troppo divertente.
Io (provo ancora con empatia): vedo! sei tutto un sorriso, e hai tantissimi cose da fare!
G: sì sì...
(qui potrei fare 2 cose- provare come hai fatto tu con la distrazione: convolgermi in un improvvisazione del suo gioco--"guarda la! non vedi un po di fumo dietro quel edificio? andiamo a spegnerlo... corriamo! prima che si brucia!" se non funziona, oppure se non ho proprio voglia, potrei almeno parlare un po con i bimbi che aspettano, faccendo un po mediatore, ma anche soddisfando in parte il mio bisogno di riconoscere gli altri---a farli sapere che ci sto pensando anche a loro, e non solo a noi: "anche tu vuoi provare il camion del pompiere? Sembra bello vero? ...Eh, G. non riesce ancora decidersi di scendere." mi giro a guardare...lasciandogli ancora un po di tempo..."G...(aspetto che ho la sua attenzione, senza insistere) questo bimbi vorrebbe tanto provare...saresti disposto a scegliere un altro gioco da fare?"

Adesso, perche G è abituato al rispetto, ed è fiducioso che non gli forzo...probabilmente a questo punto mi prenderebbe al volo il gioco di andare a investigare un fuoco da un altro parte, o invinterebbe il bimbo in questione su il camion con lui...o magari gli metto fuori diversi possibili scelte-- ci sono tante strade che uno si puo prendere...ma è molto importante che il bambino ha fiducia che i suoi bisogni sono importanti come quegli degli altri, e questo, se non ha questa fiducia vorrà del tempo...ed io probabilmente continuerei proprio a fare come finora ho descritto-un po parlando con gli altri bambini un po dando empatia a G, sia per il suo divertimento, che il suo preoccupazione (se lo è) che non gli ascolterò fino in fondo, un po faccendo una richiesta --perche non è a questo punto una cosa "reale" mi diventa difficile continuare.

Ma volendo potrei usare il tuo esempio, fedelmente, fino al "fargli capire cos'è la condivisione"...non avrei fatto questo, piu perche se un bambino è in "no!" difficilmente riiuscirà imparare qualcosa che non abbia ancora appreso...a casa mia, parlo sempre della "condivisione" : "vuoi condividere questo con me? " o "condividiamo questo toast? la tagliamo in due?" si impara vedendolo in azione e soprattutto quando non si sente che il mondo è "povero" che non ce mai abbastanza (cibo, giochi, tempo, spazio ecc ecc) per lui. In ognicaso, non avrei mai portato G. via di forza...avrei sempre continuato di coinvolgerlo nel mio dialogo con gli altri bambini, offrendogli empatia e di tanto in tanto alternative al gioco .

Sembra strano, ma se io non sono attaccata ad un risultato particolare, è sempre molto piu facile che i miei piccoli si decidono da soli di venire incontro ai bisogni degli altri.
Più mi fisso, più si fissano loro...invece, sono convinta che ogni bambino ha bisogno di sapere intimamente, profondamente senza mai dubitare che i suoi bisogni sono importanti come quegli dei suoi genitori, della gente che incontra...come quegli del nuovo arrivato in famiglia...

se non so cosa fare, lo dico. "io non so come fare, sono proprio bloccata--vorrei fare contenti tutti, ma non so come farlo!" saresti sorpresa quanta inventiva hanno sti bimbi, escono con delle soluzioni che non avrei mai pensato. Ma bisogna avere lo spazio interiore per lasciar che succede. Bisogna avere fiducia, fagiolina che ci sono sempre delle soluzioni.

io adesso voglio andare a letto. Desidero continuare con questa lettera, ma ho paura di perdere quello che ho gia scritto, così mando questo e spero di riuscire a finire domani il resto.
un abbraccio fagiolina,
xxmelissa
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda pulcinafiamminga » lunedì 19 aprile 2010, 3:19

Caspita Melissa,

COME DEVE ESSERE BELLO AVERE TE COME MAMMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

:clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :friends: :friends: :friends: : Groupwave : : Groupwave : : Love 2 : : Love 2 :

Questo tuo intervento è da salvare subito nel 'meglio di NTIS', perché spiega così bene NELLA PRATICA come agire, e fa vedere il paesaggio interno delle persone coinvolte, tutte.... non ho parole!!!
Mi hanno colpito tanto le seguenti frasi:

"senti G...ti stai proprio divertendoti con questo camioncino, vero? "
G: "sìsì, proprio bello--sono pompiele io."
Me: "vedo! " (e lo lascio giocare un po ancora, dandogli empatia ed entrando nella celebrazione suo di gioire nel suo gioco.

(il mio piccolo gio, perche è molto fiducioso che se lui dice di no, lo rispetto, probabilmente lascerebbe subito il camioncino per altri bimbi...ma se fosse una giornata "no" potrebbe andare ancora avanti):

aspetto che guarda...) respiro...Mi sento perplesso, G...non so cosa fare:

se ho ancora la sua attenzione, procedo

Io (provo ancora con empatia): vedo! sei tutto un sorriso, e hai tantissimi cose da fare!

almeno parlare un po con i bimbi che aspettano, faccendo un po mediatore, ma anche soddisfando in parte il mio bisogno di riconoscere gli altri---a farli sapere che ci sto pensando anche a loro, e non solo a noi

aspetto che ho la sua attenzione, senza insistere

perche G è abituato al rispetto, ed è fiducioso che non gli forzo...probabilmente a questo punto mi prenderebbe al volo il gioco

ma è molto importante che il bambino ha fiducia che i suoi bisogni sono importanti come quegli degli altri, e questo, se non ha questa fiducia vorrà del tempo...ed io probabilmente continuerei proprio a fare come finora ho descritto

piu perche se un bambino è in "no!" difficilmente riiuscirà imparare qualcosa che non abbia ancora appreso...

si impara vedendolo in azione e soprattutto quando non si sente che il mondo è "povero" che non ce mai abbastanza (cibo, giochi, tempo, spazio ecc ecc) per lui.

Sembra strano, ma se io non sono attaccata ad un risultato particolare, è sempre molto piu facile che i miei piccoli si decidono da soli di venire incontro ai bisogni degli altri.
Più mi fisso, più si fissano loro...

sono convinta che ogni bambino ha bisogno di sapere intimamente, profondamente senza mai dubitare che i suoi bisogni sono importanti come quegli dei suoi genitori, della gente che incontra...come quegli del nuovo arrivato in famiglia...

se non so cosa fare, lo dico

Ma bisogna avere lo spazio interiore per lasciar che succede


..... praticamente ho ripreso tutto : Chessygrin : :-D :-D


GRAZIE Melissa!! : Thanks : : Thanks :

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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Leti » lunedì 19 aprile 2010, 13:09

cara fagiolina,
anch'io sono poco esperta di CNV ma volevo dirti che ti capisco molto bene.
Ho appena terminato le "Parole sono finestre oppure muri" e continuo a chiedermi come fare a seguire questo stile di comunicazione in modo completo.
Proprio l'altro giorno ho avuto una discussione con il mio compagno e mentre litigavamo pensavo al libro e a come poter rispondere...insomma mentre pensavo la discussione proseguiva e mi sono ritrovata a rispondere male, attaccando e difendendomi, come al solito, e mi sono sentita un po' sconfitta perchè mentre leggevo le parole di Rosenberg mi dicevo "Si la prossima volta che succede....rispondo così....."
Mi sono resa conto davvero di quanto sia difficile essere empatici con gli altri e con noi stessi nonostante l'attenta lettura del libro.
ci vorrebbe un po' di pratica e qualche seminario.
Tutto questo per dirti che è assolutamente normale il tuo comportamento.
Pero' credo anche che il fatto solo di porsi il problema, di averne consapevolezza, ci renderà capaci di migliorare, magari anche di poco.
;)
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Fagiolina » lunedì 19 aprile 2010, 14:12

Grazie Melissa per il tempo che mi hai dedicato! Leggendo la tua risposta beh si che ce n'erano delle alternative a come mi sono comportata, hai ragione! Il fatto è che credo che sia io ad andare in ansia per quei genitori e per quei bambini che "aspettano" e perdo di vista il MIO di bambino... probabilmente con un po' più di pazienza e un po' di sana negoziazione è vero, il mio bambino sarebbe sceso senza essere costretto...
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gordon

Messaggioda Nora » mercoledì 21 aprile 2010, 6:56

Quello che e' successo al museo, a noi succede spesso sulle altalene, ovunque ci siano bambini le altalene non bastano mai, io sono nuova e ancora non so cosa sia la CNV, pero' di solito chiedo alle mie bambine di scendere se ci sono altri che aspettano, gli dico che anche a loro non piace aspettare e che tutti hanno diritto di salire e loro di solito scendono, se invece non mi ascoltano dopo un po' di tempo mi allontano e loro mi seguono, ma suppongo che quest' ultimo modo non sia molto rispettoso, e' che io ho ancora un po' di dubbi rispetto ai no e ai limiti, io ne metto troppi e lo so, ma non mi riesco a trattenere....
Invece se tocca a noi aspettare confido nella bonta' di sta sull' altalena, si solito non intervengo mai, ma ringrazio molto teatralmente facendo notare alle mie bambine la generosita' degli altri, magari anche questo e' un po' un modo di manipolarle?
Leggendo il forum mi sono riempita di dubbi, anche perche' avevo letto dei libri tra cui un manuale per genitori di gemelli, in cui si consigliava enfaticamente di lodare i comportamenti positivi, ma qui ho letto che non si dovrebbe mai usare la parola "bravo" e in effetti pensandoci ha una sua logica.... Cioe' a volte io le applaudo, magari e' davvero troppo : Frown :
Comunque ripensandoci quel libro e' intriso di pedagogia nera :incazz:
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Re: Come i bambini reagiscono veramente al controllo, T. Gor

Messaggioda Roberta » mercoledì 21 aprile 2010, 14:52

Nora ha scritto:Leggendo il forum mi sono riempita di dubbi

Nora questo è molto bello verso se stessi e gli altri perchè rende l'idea di come, fino a due minuti prima, non si avesse neanche la minima idea dell'enorme potenziale che potevamo perdere e fa da imput per trovare la strada migliore :clap:
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