Effi B. ha scritto: Io credo che perché un bambino provi orrore di fronte a un altro bambino sculacciato deve aver scorto quell'orrore nello sguardo dei suoi genitori. Qualcuno deve averglielo mostrato.
Effi B. ha scritto:Vi posso dire per esperienza personale che, se le botte sono date con coerenza e costanza, basta davvero poco, soprattutto in pubblico, per ottenere un effetto soddisfacente: non vale la pena di guadagnarsi una punizione più seria a casa, o di rincarare quella che già si sa sarà dura da smaltire. Alla fine basta la minaccia verbale dell'"a casa facciamo i conti". Un sistema pulito e funzionale, i "capricci" o quel che è sono risolti.
Effi B. ha scritto:Se, al contrario, i suoi genitori ritengono quei gesti come frutto della personale pedagogia di questa o quella famiglia, faccenda da cui preferiscono distogliere lo sguardo e rispetto alla quale non prendono una posizione netta, ecco che il bambino, se gli effetti delle percosse non sono vistosamente dolorosi, passerà oltre senza darci troppo peso.
Effi B. ha scritto:Se la mamma fa finta di niente, il bambino capirà che si può fare finta di niente, che non è grave, che tutto sommato quella pacca va bene.
Effi B. ha scritto: un atteggiamento diffuso che anche i tuoi genitori avranno in parte condiviso. Non perché fossero insensibili o cattivi, solo per convenzione sociale.
Effi B. ha scritto:Per prima cosa mi viene da dirti che comunque, nel momento in cui la tua maternità ti ha resa più sensibile verso certe questioni, tu hai trovato dentro di te la posizione che vuoi tenere rispetto alla violenza sui bambini. Non c'erano vincoli che ti potessero portare a cercare una giustificazione in favore delle botte se date con moderazione e criterio. Non è mica niente!
Effi B. ha scritto:Riflettere sull'argomento può solo essere utile a entrambe, non credi?
Effi B. ha scritto:Secondo me la prima cosa da fare è consolare il bambino che piange. Chiedergli dove ha male e quanto, se ha avuto paura, se è arrabbiato, quello che ti sembra più opportuno. Poi parlare all'altro spiegandogli che il suo gesto ha provocato dolore e/o spavento, anche se non era quello che lui voleva fare, che quando si torce una mano si rischia sempre di provocare dolore, che tutti noi abbiamo bisogno di sentici al sicuro e rispettati. Al bimbo che ha subito questo offre il riconoscimento della sua sofferenza e al bimbo che ha aggredito un discorso sereno, non punitivo, ma chiaro, secondo me, aiuta a riflettere e a imparare a fare altrimenti di una sgridata.
Se poi c'è modo si può approfondire perché è successo, che cosa si stavano dicendo, che cosa hanno provato. Magari l'aggredito ha provocato? Oppure l'aggressore quel giorno era un po' nervoso o stanco? Nessuno mi pare si è fatto un male grave, ma c'è stato un conflitto che ha portato a essere violento un bambino. Pensare che non è una cosa grave, ma significativa, forse può aiutare. Tu come ti sei sentita? Spaventata di fronte a qualcosa che non capivi? Preoccupata del malessere del polso del bimbo? Anche queste cose si possono dire ai bambini condividere con loro. Si può chiedere loro di cercare un altro modo per esprimere quello che sentono, di chiedere aiuto a un adulto se gli pare di non farcela. Un adulto che ti mostra di volerti capire e accogliere con serenità è sempre prezioso.
Mi dispiace gildauz, capisco che ti abbiano preso alla sprovvista. Visto ora, da qui, è sicuramente tutto molto più semplice. Però penso che ora, da mamma, hai certo una rinnovata sensibilità che ti aiuterà a metterti più in sintonia anche con i tuoi piccoli allievi
chiaraeanna ha scritto:mi spiace tuckberry per quello che hai vissuto
francesca78 ha scritto:Come senti che avresti dovuto reagire? Quale sarebbe stata una reazione sana?
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