ma lei ha 2 anni, non può sapere che se raggiunge gli altri poi si diverte di più...
Ciao Tommymama e benvenuta anche da me...
Mi ha colpito molto questa frase che hai scritto, perché è una di quelle che mi ronzavano in testa quando sono approdata qua e a cui adesso ho dato finalmente risposta. Io parto dalla nostra esperienza, nei suggerimenti che ti hanno dato rispetto ai topic sulle crisi isteriche ne trovi uno tutto mio, se vuoi approfondire... ma io sono finalmente riuscita a capire che mio figlio al momento con gli altri non si diverte di più proprio per niente...
Va al nido, e per fortuna alla fine le sue educatrici, con cui abbiamo parlato, titubanti rispetto alla sua scarsa partecipazione alle attività, lo lasciano fare... i compagni lo chiamano, lo cercano, sono affettuosi con lui... ma lui non se li fila. Non gli importa. Non è che non gli importi di nessun bimbo eh?, bada bene... ma è molto selettivo nelle sue amicizie, e i compagni di nido (anche quelli che lo cercano tanto) non fanno parte di questi.
Mi sono posta pure io spesso la domanda se non lo stia rendendo un asociale. Poi mi sono risposta così: io non ho un figlio asociale. Ho un figlio indomito. Ma indomito nel vero senso della parola, cioè un figlio che non ho domato (Silvia D., ho letto il tuo paragone tra addestratori di cavalli ieri ed è stato davvero illuminante

). Quindi, lui va all'asilo, ancora per poco e a singhiozzo quest'ultimo mese, poi avremo due mesi intensi in cui stare insieme, da soli, coi nonni e in tante situazioni, e a settembre vedremo come andrà nella materna. Ma domani avremo l'incontro preliminare, e ci terrò a sottolineare questo... lui è indomito, e così voglio che resti.
Quanto all'arrivare... io non mi faccio molti problemi a sollevarlo di peso quando devo, eh? Magari lo faccio in maniera scherzosa, magari ne approfitto per mettermelo a cavalcioni sulle spalle (cosa che lui adora

). E' successo oggi. Siamo usciti tardi, siamo andati a prendere il nostro solito gelato, che ci gustiamo insieme (io con il cono enorme in mano, lui con la paletta che si prende le sue belle cucchiaiate - non ti dico le occhiatacce di due signore a vedere la commistione

) poi siamo passati in farmacia e siamo andati a vedere il treno. Era in maglietta, e si stava alzando vento. Ci siamo fermati un po' al parco sulla via del ritorno. Poi c'era un altro parchetto che a lui piace molto (a me un po' meno ma vabbè

- è parrocchiale, ma il parroco è un terribile bigotto razzista di cui ho due ricordi: 1. Omelia al funerale del mio vicino di casa ultraottantenne contro l'immigrazione dei musulmani

- ma che c'entrava, poi? 2. Richiesta di denaro per farmi il certificato per essere madrina al battesimo di mia nipote

) e voleva fermarsi ma considerato che ha avuto vari problemi di otiti, non mi pareva il caso. Quindi nonostante le sue proteste, abbiamo tirato dritto, e io gli ho spiegato (come stavo già facendo da minuti) che non ci potevamo fermare, perché eravamo usciti tardi (visto che nn si voleva vestire

) e che siccome non avevamo la felpina e c'era il vento e dobbiamo andare dai nonni con il treno e non volevo che si ammalasse dovevamo rientrare a casa. Punto. Si è fermato a cercare i gatti che vivono in un cortile vicino casa, non li ha trovati, e abbiamo trotterellato allegramente fino al portone.
Elisa B. ha dato dei begli spunti di riflessione, di cui farò tesoro anche io
